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Mare dentro

Regia di Alejandro Amenábar vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mare dentro

di hallorann
10 stelle

E’ lecito essere prevenuti nei confronti di un film? Probabilmente si, ”a pensare male a volte ci si azzecca”, ma per fortuna ci sono delle eccezioni. MARE DENTRO (dal titolo di una poesia del galiziano Ramon Sampedro a cui è ispirata la pellicola) dello spagnolo A.Amenàbar lo è, certo di primo acchito solo a leggere la sinossi: un uomo tetraplegico inchiodato a letto e desideroso di morire si potrebbe pensare a priori ad una storia zuccherosa, lacrimevole e intrisa di retorica, al contrario Amenàbar evita queste e altre trappole, rovescia tutti i pregiudizi, grazie alla sua ingegnosa regia e a un interprete a dir poco magnifico, Javier Bardem. Ramon Sampedro è un ex marinaio che in seguito a un accidentale tuffo in mare vive immobilizzato in un letto da trent’anni e da allora combatte una battaglia per avere diritto a una morte dignitosa. Ramon è un cinquantenne estroso, dipinge, scrive poesie, è il fulcro della sua famiglia, sopravvive con l’ironia e l’autoironia e con un modo di rapportarsi positivo con le persone che tentano di aiutarlo in questa difficile sfida. In particolare stringe una profonda amicizia con Manuela, l’appassionata rappresentante dell’associazione per i diritti umani, con Julia un’avvocatessa colpita da una malattia degenerativa, la quale si dedica con trasporto alla sua causa e Rosa, una popolana che ama la vita separata e con due figli da mantenere, proprio lei sarà scelta da Ramon per il passo decisivo. Egli ha un rapporto speciale e differente anche con i membri della sua famiglia: il padre ormai vecchio e rassegnato, il fratello maggiore contrario all’eutanasia, la cognata materna e tollerante, il nipote con cui ha un’intesa profonda quasi come padre e figlio. Ramon ogni tanto evade dalla sua triste situazione sognando di volare verso il mare e di baciare Julia con cui nasce un amore spirituale destinato a spegnersi con il progredire della malattia di lei. L’autore di THE OTHERS riduce a pochi minuti il versante legale e se vogliamo sociale della vicenda, la legislazione iberica non ha mai preso in considerazione l’eutanasia e le tesi cattoliche sono qui riassunte dal buffo incontro con un gesuita tetraplegico come il protagonista. Il bravo regista di TESIS e APRI GLI OCCHI concentra i suoi sforzi sulla condizione claustrofobica e sull’immobilità fisica del protagonista che improvvisamente si apre a momenti di libertà sottolineati dal NESSUNDORMA di Giacomo Puccini e da una regia mai statica. L’interazione tra lui e chi gli sta intorno è nutrita di umorismo e sincerità, indignazione ed emozioni pure senza patetismi o toni predicatori e cattedratici. E’difficile poi non commuoversi quando Ramon decide di lasciare la casa degli affetti per quella di Rosa perché sappiamo quale sarà il suo destino. Il magnetismo del protagonista si fonde con l’interpretazione sentita e vibrante di Bardem e cattura non solo Julia, Rosa e tutti gli altri, ma anche ciascun spettatore coinvolgendoci nel suo dramma, ugualmente Amenàbar convince per sobrietà e maturità di regia e scrittura nonostante i trentadue anni del 2004.

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