Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Altro riuscito tassello nella variegata carriera di Steven Spielberg. Parzialmente ispirato alla vera storia di Mehran Karimi Nasseri, qui ampiamente romanzata e adattata (in realtà ne prende in prestito solo l'idea di base), non era affatto scontato che la scommessa d'intrattenere per due ore lo spettatore con un film interamente ambientato in un aeroporto fosse vinta. Merito soprattutto del protagonista, con il quale è impossibile non entrare in sintonia (o resistere alla tentazione del confronto: che farei io se dovessi paradossalmente vivere così?), e degli altri personaggi di contorno, talmente simpatici da far perdonare con abilità le inevitabili ingenuità della trama, dato il soggetto affrontato.
Ha tutti i sapori di una fiaba moderna, con figure quasi caricaturali. Non molto credibile, questo è innegabile, però al suo spettacolo si assiste con piacere.
Tutti gli attori sono incredibilmente in parte (un cast da plauso). Ottima è la colonna sonora. L'opera coinvolge oltre ogni aspettativa e si sorride spesso, una volta accettata la sua surreale narrazione. Un film in sostanza consigliato, soprattutto a chi è alla ricerca di qualche momento di sana evasione.
Viktor Navorski è un turista in volo per New York. Durante il suo viaggio, il paese dell'Europa dell'est da cui proviene scompare dalla mappa in seguito a un inaspettato colpo di stato. Con in mano un passaporto della Terra di nessuno, Viktor si ritrova bloccato all'aeroporto. Non gli rimane che organizzarsi per sopravvivere. E cercherà di farlo nel migliore dei modi.
John Williams si conferma ancora una volta fra i migliori nel suo campo. Musiche deliziose, mai invasive, perfette a sottolineare ciascuna circostanza.
Direi niente. Promosso così.
Impeccabile, come sempre un maestro di talento è in grado di insegnare.
Bravo come spaesato Viktor Navorski.
Brava come dissennata Amelia Warren.
Frank Dixon è la carogna della situazione.
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