Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Arrivato all'aereoporto JFK di New York dall'immaginaria Cracosia, Victor Navorski (Hanks) si trova, a causa di una falla nel sistema giudiziario americano, chiuso nella zona franca dell'air terminal. A causa dell'ostinazione di un responsabile per la sicurezza troppo zelante (Tucci), vi rimarrà per nove mesi, prima di esaudire la promessa fatta al padre morente e contenuta in un fantomatico barattolo che porta sempre con sé. Ispirato alla vicenda occorsa a un profugo iraniano a Parigi, The terminal è un apologo in chiave kafkiana sull'America ossessionata dalla sicurezza dopo l'11 settembre. Spielberg fa un autentico esercizio di virtuosismo registico tornando ai paradossi del primo film (Duel) e firmando un film impeccabile. La camminata di Charlie Chaplin, le mostruosità della metropoli à la Jacques Tati, i riferimenti al Frank Capra di Mr.Smith va a Washington e La vita è meravigliosa sono gli addendi di una somma che dà come risultato un film che si nutre dei classici e destinato esso stesso a diventare un classico. La prova d'attore di Tom Hanks è tale da candidarlo definitivamente tra i più grandi attori di tutti i tempi. Peccato soltanto per la presenza di Catherine Zeta-Jones…
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