Regia di Pitof (Jean-Christophe Comar ) vedi scheda film
Per i fan dei film dei primi due film degli X-men, Halle Berry che abbandona i panni della mutante Tempesta per quelli di Catwoman significa tradimento. In verità, l'attrice potrebbe anche andare (perché prima di lei, Eartha Kitt, un'altra attrice/cantante afro-americana, fu Catwoman nel serial di Batman con Adam West, nel 1967/68), ma è quel suo costume fin troppo vietato ai monori che non va proprio. Fosse decente almeno la storia, invece non regge neanche la love story fra Halle Berry e poliziotto Benjamin Bratt. Da Tim Buron, questo film eredita il gatto magico, che dona il soffio della seconda vita anche a Halle Berry, come fece, nel 1992, con Michelle Pfeiffer. Si salvano solo il furto di Catwoman (con un bel costume di pelle e una maschera nera, che fanno tanto felina tv degli anni'60) al museo ai danni di tre ladri e la resa dei conti finale con Sharon Stone. Decisamente poco, per un film che doveva competere con "SPIDER-MAN 2", di Sam Raimi. 100 milioni di dollari buttati al vento, con FX computerizzati che potevano benissimo anche non esserci. Al posto della Barry ci doveva essere Ashley Judd (che non è mai stata una diva), che aveva ereditato, a sua volta, il ruolo da Michelle Pfeiffer. Da Tim Burton a Ptof, come dire dalle stella alle stalle.
Catwoman contro una ditta di cosmetici.
Discreta.
Cambierei regista, copione e costume. In quasi 10 anni, dalla sua prima proiezione in sala, il film è peggiorato.
"VIDOQ" gli ha fatto più male che bene.
Bellazza sprecata con addosso un costume scandaloso.
Da "MISS DETECTIVE" a "CATWOMAN" è passato da una bellezza ad un'altra, da Sandra Bullock a Halle Barry, interpretando, più o meno, il ruolo dello sbirro sexy. Era meglio ricordarcelo con la Bullock.
Altra ragione per vedere questo film pretenzioso.
Attore francese esportato male in America.
Cameo dimenticabile, anche se il suo personaggio ha un perché.
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