Regia di Niccolò Bongiorno vedi scheda film
Rocco è un bambino vivace, il cui padre Ottavio ha appena perso il lavoro e si vergogna ad ammetterlo a casa. Mentre la madre Lucia, insospettita dai modi di fare del marito, comincia a temere che la tradisca con la segretaria, Rocco e i suoi amici si mettono nei guai per aiutare Ottavio.
Con questa monumentale opera al nulla cosmico, Nicolò Bongiorno – secondogenito di Mike – esordisce nella regia a soggetto, naturalmente lavorando per il piccolo schermo sponda Mediaset. La sceneggiatura reca le firme di Hall Powell e Gianluca Bomprezzi, da un'idea di mamma Daniela Zuccoli, mentre tra gli interpreti del lavoro troviamo anche Leonardo Bongiorno, fratello minore del regista: la riunione di famiglia è completata. Difficile trovare qualcosa di salvabile in questo Rocco, storiella buonista con protagonisti un ragazzino e la sua banda di amici scatenati, con in secondo piano la vicenda del padre di Rocco che, a cinquant'anni suonati, perde il lavoro e non riesce a dirlo alla moglie, con cui entra in crisi. Tutto stereotipato ai massimi livelli, nessuna volontà di osare alcunché, per dare in pasto l'inoffensivo prodottino alle famiglie più distratte; personaggi stilizzati ai massimi livelli, dialoghi di una banalità sconcertante, lieto fine garantito al 101%: sbadigli altrettanto assicurati. I due nomi principali nel cast sono quelli di Barbara d'Urso e di Antonello Fassari, perfino sprecati per il contesto (oddio, quantomeno il secondo, ecco); tra i crediti tecnici spicca invece quello di Blasco Giurato per la fotografia. Ma la confezione è talmente scadente – fin dai titoli di testa che ricordano un contenitore televisivo pomeridiano – che conviene non spendere tempo a discuterne. Cento minuti di niente alla enne. 2/10.
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