Regia di Mariano Laurenti vedi scheda film
Irrisolto capitolo della commedia sexy all'italiana, diretto dal titolare del filone Mariano Laurenti qui costretto a districarsi con un buon cast tecnico artistico, annichilito però da una deprimente sceneggiatura...
La bella Caterina (Edwige Fenech) rimane prematuramente vedova. Potrà entrare nel pieno possesso della cospicua eredità del coniuge solo a patto che, entro dieci mesi, dia alla luce un erede. I fratelli del congiunto tentano in ogni modo di evitare che Caterina finisca per concepire un figlio. La presenza di Carlo (Carlo Giuffré), introdottosi nella casa della vedova per far sparire delle sostanziose cambiali, viene svelata dalla madre (Didi Perego) di Caterina. Quale migliore occasione per fare concepire un figlio alla bella ex moglie?
"Al buio tutti gli uomini sono uguali: principi e operai. E poi il mondo oggi va a sinistra..." (Teresa / Didi Perego, suggerendo alla figlia Caterina un approccio con l'inserviente interpretato da Renato Cecilia).
Il bravo caratterista Carlo Giuffré, attivo attore (soprattutto teatrale) di gran classe, qui trova spazio per un ruolo corposo. Avrà simili occasioni anche in un'altra manciata di titoli (in particolare nei successivi La signora gioca bene a scopa? e Quel movimento che mi piace tanto) per poi tornare a ricoprire ruolo cinematografici più limitati, di contorno o spalla. Pur essendo, questo film, diretto da un regista ché stato tra i maggiori esponenti della "commedia sexy all'italiana", e nonostante la presenza della Fenech qui al massimo dello splendore (ma assai avara nel mostrare l'epidermide), quella che scorre sullo schermo è una lenta e ripetitiva commedia decisamente inferiore allo standard del genere e pressoché imparagonabile ai migliori titoli diretti da Laurenti (da Giovannona coscialunga a La bella Antonia).
Pure appare sprecato il buon lavoro di Bruno Nicolai alla colonna sonora, così come la bella fotografia. Ha valenza puramente circoscritta alla curiosità di chi è interessato ai volti spesso presenti -ma non famosi- in piccoli ruoli di contorno quando non veloci comparsate (da Gino Pagnani a Enzo Andronico, da Fortunato Cecilia alla imposizione del csc Carla Mancini). Per il resto il film è ammantato da un clima di avvilente squallore, dettato dalla volgarità dei dialoghi, da demenziali cambi di espressione in foto "memorie" del defunto marito (Mario Maranzana) e dalle poco raffinate parti delegate alle attrici, con deprimente primato alla sgodevole figura attribuita a Didi Perego. Erotismo poco, comicità nulla in un film che si ricorda solo per un titolo funebre e chilometrico.
Distribuito in una bella (per qualità del master) edizione VHS ai tempi della Shendene & Moizzi, La vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono è passato (censurato) anche in televisione per poi trovare di nuovo sbocco (in versione uncut) in Dvd grazie alla Avo film che lo ha proposto in versione restaurata (durata 1h38m21s).
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