Regia di Giuseppe Guarino vedi scheda film
Totò (per una manciata di secondi, a dire il vero), Petrolini, Macario, Aldo Fabrizi e poi ancora il quartetto Cetra, Gino Latilla e Anna Magnani, Josephine Baker, Vanda Osiris. Ed è ancora lunga la lista (Rascel, Rabagliati, Natalino Otto...!) di questo che è forse il film che raccoglie il cast più completo di artisti dell'avanspettacolo, inserendosi in un filone che in quegli anni prosperava, fra nostalgia per il teatro (e le sue maggiori stelle) dei decenni passati e curiosità per le nuove possibilità provenienti dalla diffusione televisiva. Certo è in ogni caso che film come questo, realizzati semplicemente accostando brani di pellicole che riprendono esibizioni teatrali senza seguire alcuna logica se non quella del 'best of': una compilation mista di successi per raggiungere il più vasto pubblico possibile, non offrono grandi servigi al mezzo cinematografico. I due produttori (Aldo Bonaldi e Aldo Quinti) e il regista Giuseppe Guarino - le scene appositamente girate constano di una manciata di minuti, con 'sceneggiatura' di Giovanni Gigliozzi - non devono avere trovato particolari difficoltà nell'assemblare il materiale eterogeneo che compone Carosello del varietà; da rimarcare la presenza minimale, infine, di Totò (estremamente popolare al tempo) come indice della pretestuosità dell'opera. Se i singoli pezzi sono divertenti, belli, o quantomeno interessanti, il valore del film in sè è prossimo allo zero. 3/10.
La tv è appena arrivata in Italia; un uomo invita tutti a casa sua a vedere un film che racchiude il meglio dell'avanspettacolo dei precedenti decenni.
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