Regia di Mauro Ivaldi vedi scheda film
"Ecco lingua d'argento" diretto nel 1976 da Mauro Ivaldi,
devo dire che non mi è piaciuto.
La storia si svolge in Arabia,dove sta per arrivare
Andrea,una splendida e corteggiata ragazza,
che è sposata,ma Billy,un adolescente molto
esigente gli fa sempre la corte e non tiene
i suoi istinti sessuali.
Il Film è una sorta di sequel de:"L'amica di mia madre",
dell'anno prima,sempre di Mauro Ivaldi perché ci sono gli stessi personaggi
del precedente lavoro,ma se nell'altro come co-protagonista
c'era Barbara Bouchet,stavolta c'è una Nadia Cassini bionda,
che non rinuncia a vedersi nuda e lavorare con il fondo schiena.
Ma come nell'altro i veri protagonisti sono la intrigante
e sensuale Carmen Villani,nel ruolo di Andrea che è
della bellona di turno,con il regista che mostra
le sue grazie con inquadrature
equivoche,e il ragazzino Roberto Cenci,interpreta
Billy dove il suo obbiettivo e scoparsela (come nel prototipo),
e va avanti a rime.
Il prodotto non ha ne capo ne coda e si svolge
in un posto imprecisato dell'Arabia,e tutto
gira intorno a loro ed è una miscela tra
una Commedia e il "Soft Core" e dove Carmen Villani
si stava costruendo una carriera come reginetta
nel filone e anche nella "scollacciata" per il
motivo che era la donna di un produttore cinematografico,
dopo una discreta carriera di cantante.
Infatti dicevo Commedia perché l'unico tassello
che associa questo è il comico Gianfranco D'Angelo,
che interpreta Bobby,che ci regala divertenti siparietti che sono la
cosa migliore di tutto il complesso,con la Villani
e le musiche di Alberto Baldan Bembo.
Invece la Nadia Cassini interpreta Emmanuelle,
c'è è la ragazza di Bobby che è una psicologa
e una sessuologa,che studia i comportamenti
sessuali.
In conclusione un brutto Film dove ci si annoia
e che non lascia molto da dire,ed è solo il pretesto
di far vedere le grazie della Villani e della Cassini,
creando una commedia erotica prevedibile e volgare,
che l'unico argomento è il sesso,che è meglio lasciarla
perdere.
Infatti è caduta nel dimenticatoio di quel
filone che ha portato fortuna al Cinema Italiano
degli anni '70,ma di tutti preferisco il mitico
Joe D'Amato,che non ha azzeccato tutto,ma per lo meno
era coerente con sé stesso.
Il mio voto: 3.
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