Regia di David Twohy vedi scheda film
Torna Riddick, l’antieroe dagli occhi felini che si farebbe volentieri i fatti suoi e che invece viene sempre invocato per salvare i destini del mondo. O dei mondi, nel nostro caso minacciati dai biechi Necromongers, stirpe guerriera assoggettata a un tiranno-sacerdote chiamato Lord Marshal. Come tutti i duri dal cuore tenero, alla fine anche Riddick si schiera con il lato meno oscuro della forza... Attesissimo sequel del piccolo (in fatto di budget) ma sorprendente Pitch Black, sempre diretto dall’ex barista ed ex sceneggiatore (Waterworld) David Twohy che aveva continuato a farci ben sperare anche con il recente Below. Purtroppo The Chronicles of Riddick è una mezza delusione. Molta meno cattiveria nell’insieme e molto meno marcato il carattere di Diesel come re dei drop-out. Invece il film perde tempo tra esagerati barocchismi estetici (nasce un nuovo stile: il “necrobarocco”) e una storia di fatto esile e risaputa, che però cerca di mascherare la pochezza dell’arrosto con parecchio fumo. Da qui l’esigenza di accumulare alla trama principale vari sottotesti (come quello del carcere) o inutili personaggi (la creatura evanescente interpretata da Judi Dench). Il grado minimo di divertimento è garantito dal protagonista, che come Tarzan parla il linguaggio delle bestie, e da qualche scena d’azione ben piazzata (quella d’apertura, per esempio), ma la sapiente ed essenziale linearità di Pitch Black era tutta un’altra cosa.
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