Regia di Augusto Caminito vedi scheda film
L'anno successivo a Cobra verde K. Kinski lavora ancora in Africa per questo ambizioso e rarissimo film di Caminito, in cui nella seconda parte diventa protagonista H. Keitel nel circolo polare artico. Siamo ovviamente lontanissimi da Herzog ma Grandi cacciatori non sfigura del tutto: è un film poco chiaro per certi aspetti e pare non avere coesione o un nesso ben sviluppato, se non il fatto di essere accusatore delle carneficine perpetrate senza criterio e con indifferente crudeltà sugli animali. Ciò che alza il livello della pellicola è un certo stile "pulito", con qualche momento d'effetto dal sapore lievemente epico e per fortuna un passo distante dal cattivo gusto. Altro pregio sono i dialoghi abbastanza sporadici che lasciano spazio alla contemplazione dei paesaggi mozzafiato e contrastanti e ad una colonna sonora tutto sommato non malaccio, anche se un po' datata. Di un certo impatto anche le inquadrature dal basso dei cacciatori di foche che si avvicinano. Da riconsiderare con simpatia.
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