Regia di Chris Kentis vedi scheda film
Tratto da una storia vera, il regista Chris Kentis si è ritrovato tra le mani un'idea potenzialmente interessantissima ma il tutto è stato sfruttato malissimo ed è uscito fuori una deludente nullità noiosissima.
Open Water basa la vicenda che narra suila vera scomparsa di Tom ed Eileen Lonergan, una coppia di subacquei dimenticati sulla grande barriera corallina australiana durante un'immersione a causa di un errore nel conteggio dei presenti.
Il regista Chris Kentis ha dunque deciso di riscrivere una sua interpretazione sui fatti, creandoci attorno questo Open Water.
Alla sua uscita questo film è stato parecchio pompato, l'hanno fatto passare per un horror acquatico, un qualcosa di nuovo e tutto questo hype che si stava generando allora mi convinse ad andarlo a vedere al cinema.
E qualche giorno fa l'ho "ripescato" girovagando nel grande mare che è il web e ho potuto confermare le opinioni che ho avuto finora su questo film: una deludentissima ciofeca.
Questo film è come vedere un bell'arrosto di pesce servito in un tavola e poterne addentare solo il fumo.
E dico questo perché l'idea di Kentis era potenzialmente geniale: due persone abbandonate nel mezzo dell'oceano davanti a tanti predatori. Puoi costruire due personaggi in maniera vastissima, introdurne le problematiche, dargli 3000000000 di sfaccettature, fino a farli sfociare in una vera e propria guerra psicologica tra di loro, magari con qualche richiamo di cannibalismo o violenza, in una cornice oceanica davvero splendida, ma allo stesso tempo pericolosa, con vari squali, barracuda e perché no caravelle portoghesi e specie velenose di ogni genere.
Lo spettatore in questo modo sarà coinvolto dalle vicende personali della coppia e allo stesso tempo farà il tifo perché sopravvivano allo smembramento squalesco.
<<Eh ma Satanetto è tratto da una storia vera, mica possono prendersi troppe licenze eh!>>
E perché? Già di per se il film si prende alcune licenze, perché questi due cristi non si sa se siano effettivamente vivi o morti.
Magari sono sopravvissuti e sono immigrati in Costa Rica per rifarsi una vita, chi lo sa!
E poi sempre meglio inventarsi cose appassionanti con cui colmare un'ora e un quarto di pellicola, piuttosto che colmare questo tempo con il Nulla più totale.
Perché Open Water alla fine è proprio questo: NULLA!!!
Dopo un brevissimo prologo (10-15 minuti iniziali) parecchio inutile perché non vengono mostrate particolari informazioni di background, i due si ritrovano dispersi in mezzo alla barriera corallina, si scambiano dei dialoghi insulsi, quasi comici, totalmente privi di colpi di scena, qualche scena di "azione" (e lo metto tra virgolette perché è un'azione a senso unico, essendo i due praticamente impossibilitati a difendersi) e basta.
Dopo neanche mezzora la noia prende il sopravvento e il poco budget di realizzazione non aiuta decisamente: le riprese talvolta tremolano e la canzone sembra sia stata scelta nella Creative Commons di YouTube e, se nei primi minuti ci può anche stare, nel finale è del tutto fuori-luogo.
Le cose positive non mancano, i fondali sono ben fotografati, l'idea di girare il tutto con squali veri è geniale (anche se, come detto, limita l'azione, in quanto i protagonisti non si possono difendere in nessun modo. E' chiaro che non possono ammazzare un VERO SQUALO) e gli attori sono sufficienti.
Ma ripeto, quello che poteva essere potenzialmente un filmone, un Alien dell'oceano, si è rivelato invece un film piatto, scritto svogliatamente e soprattutto noiosissimo.
Voto: 3/10.
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