Regia di Chris Kentis vedi scheda film
Certo il trailer è accattivante. E sarà stato per la mia passione-paura per gli squali e il mare aperto, che ho pensato che il film di Kentis, nel bene o nel male, mi avrebbe entusiasmato perchè di parte. Invece, con la pseudo tecnica del reportage, il film non ha una gran presa sul pubblico, che per la prima mezz'ora chiacchiera col vicino perchè tanto non si perde nulla, non è che poi non capisce il film. In seguito, quando i due protagonisti rimangono soli nell'oceano, già scatta un'attenzione, forse anche morbosa, per una situazione estrema in cui nessuno vorrebbe capitare. Certo è che essendo una storia vera, ha chiaramente dei limiti oggettivi alla narrazione. Di conseguenza l'arma vincente di un film con un plot "chiuso" come questo era lo stile. E lo stile da documentario alla "Witch Project", è giusto, ma dopo un po'...
Il finale, che è poi vero, è l'unica idea capace di mettere lo spettatore nella condizione di sviluppare una discussione su ciò che vede. Per il resto è come essere Malcom McDowell in "Arancia Meccanica": obbligati a vedere senza vivere ciò che vediamo.
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