Regia di Billy Wilder vedi scheda film
In effetti, anche solo per onestà verso sè stesso, Wilder avrebbe potuto intitolare Fedora (titolo originale non modificato dai traduttori italiani), piuttosto, Viale del tramonto 2. Perchè, seppure non si tratti di un sequel del gioiello girato quasi trent'anni prima, in profondità Fedora ha legami inequivocabili con il precedente lavoro che mostrano una continuità nel discorso assolutamente ineccepibile; sono entrambe storie che vanno a toccare la decadenza (del fisico e della popolarità, in parallelo), il grande inganno del cinema, la solitudine della diva rimasta ormai semplicemente un'icona (Gloria Swanson là come Marthe Keller qua). E ancora elementi di affinità vanno riscontrati nella presenza di William Holden e nella scelta di cominciare entrambe le pellicole con la morte di uno dei protagonisti, per scavarne poi la storia a ritroso. Per essere il suo penultimo film, ormai ultrasettantenne, il regista dimostra ancora di avere parecchio da dire e soprattutto di non essere una 'Fedora', di non farsi sopraffare dalla nostalgia del passato e di non volerlo occultare in ogni modo - anzi, di volerlo mettere di nuovo in gioco e, se possibile, perfino ricollegarsi ad esso con qualcosa di più da dire. Curioso inoltre come Viale del tramonto e Fedora siano stati scritti da Wilder con i suoi due più assidui collaboratori, separatamente: nel primo si concludeva infatti l'era di Charles Brackett e qui siamo invece al penultimo copione firmato con I.A.L. Diamond. Il personaggio di Fedora è pregno di angosciante egoismo, prima ancora che dell'egocentrismo che dominava la Norma Desmond della Swanson; è l'emblema di un'epoca che se ne sta (fisiologicamente) scomparendo, ma che non riesce ad accettare il suo naturale destino, di uno spirito cinico e gelido disposto a scendere a patti col diavolo pur di non soccombere alla vecchiaia e all'appassimento. Si segnalano le brevi partecipazioni di Henry Fonda, Michael York e anche di Mario Adorf. 7/10.
Fedora, diva del cinema passato, vive ritirata su un'isoletta italiana; un vecchio amico, produttore cinematografico, va a trovarla, ma la donna dapprima si nega e poi si mostra con un aspetto troppo giovanile, dovuto ad una serie di interventi di chirurgia estetica. Quando, pochi giorni dopo, Fedora verrà trovata suicida, il mistero si infittirà ulteriormente...
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