Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Non ci sono il brio e la sfrontatezza degli anni d'oro di Wilder in questo film, bensì una calma e una solidissima determinazione nel portare fino in fondo il suo racconto. Quella calma e sicurezza frutto della maturità, del conoscere a menadito se stessi e i propri mezzi. Sappiamo subito che Fedora è morta e che era stata una grande diva del cinema. Così immediatamente Wilder ci sventola sotto al naso un filo ben visibile con il precedente "Viale del Tramonto". Ma il legame è in parte ingannatore e ben presto Wilder mostra che ci sono altri aspetti. Diventa altrettanto palese che qualcosa non quadra in Fedora, qualcosa non è chiaro e odora di falso. La malinconia ed il senso di vuoto per un passato lontano vengono sostituiti da altre sensazioni che traghettano verso il giallo ed il dramma psicologico. Quando i ruoli sembrano definiti e le responsabilità chiarite ecco finalmente emergere la verità, quella definitiva, che è ancor più penosa e patetica. Il finale è tutto affidato ad un senso di sconforto per l'incapacità umana di accettare la propria realtà e il proprio destino, uno sconforto che ricolora tutta la storia raccontata fin dalla prima sequenza del film.
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