Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Maggio 1944. Mentre le truppe alleate avanzano nel Lazio, Primo Arcovazzi, un combattente della milizia fascista, ritenuto dai suoi superiori più fedele che efficiente, è inviato nel paese di Villalago, in Abruzzo, per catturare e condurre a Roma il professore antifascista Erminio Bonafè. Il milite, prelevato il professore, si mette in viaggio verso la città con il suo sidecar, attraversando terre sconvolte dalla guerra e dalla carestia. Una serie di eventi ritardano l'arrivo a Roma dei due, tant'è che, quando ciò avviene, scoprono di essere stati anticipati dagli Alleati. Una "tragicommedia" di ambientazione bellica, che racconta del contrasto tra due sistemi di pensiero opposti - quello del professore e quello del suo carceriere - e di un'Italia contadina sostanzialmente indifferente alle sorti del conflitto, i cui abitanti hanno lo scopo primario di salvare la pelle. Primo è tratteggiato come lo stereotipo del fascista. E' cresciuto sotto l'"ala protettiva" del regime, che si è occupato di pensare al suo posto; le teorie del milite circa la libertà e la democrazia non hanno nulla di condivisibile. Egli non è in grado di apprezzarli, perchè non li ha mai vissuti, differentemente da quanto è capitato al professor Bonafè, un uomo imbevuto di cultura classica, decisamente fuori luogo nel contesto bellico, ma in grado di prendere le giuste decisioni. I due, nel corso del loro tormentato viaggio, corrono e condividono ogni tipo di rischio, e ciò finisce per legarli; la storia dà ragione all'uomo di cultura, il quale, consapevole dell'inutilità di un'altra morte, consente al demoralizzato Primo, che ha visto crollare le proprie certezze una dietro l'altra, di allontanarsi indenne da una Roma appena liberata. Tra i personaggi con i quali i due vengono in contatto ci sono popolani d'ogni genere. Tutti soffrono per la fame e tentano di sopravvivere con ogni mezzo; sia difendendo quel poco che hanno, sia utilizzando piccoli sotterfugi per incrementarlo. Ho apprezzato l'interpretazione per i due attori principali, Ugo Tognazzi (Primo) e Georges Wilson (Erminio), in grado di esprimersi in buona sintonia. Sarebbe stato facile rendere il personaggio del milite una macchietta; ma, per fortuna, è stato scelto diversamente. Negli esterni sono riconoscibili paesaggi dell'Italia centrale; la sceneggiatura è piuttosto vaga, al proposito. Del resto, per questo genere di opera, una precisa localizzazione non è importante. Bel film, dal ritmo altalenante - rallenta un po' nell'ultima parte - piacevole da vedere ed accompagnato da una discreta colonna sonora di Ennio Morricone; interessante per le riflessioni cui induce, sia dietro stimolo esplicito - mediante i dialoghi tra i due protagonisti - sia mediante immagini ed eventi, i quali portano a riflettere sull'inutilità e la negatività della guerra.
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