Regia di Luciano Salce vedi scheda film
La seconda regia italiana (dopo due lavori in terra sudamericana) di Luciano Salce è un lavoro meraviglioso interpretato da una coppia eccellente che si intende a meraviglia: Ugo Tognazzi e George Wilson. Il federale è un'opera satirica che disegna con piglio crudo un'Italia degradata, ma ancora speranzosa, avvilita dal fascismo e dalla guerra; una terra desolata dove non vige più alcuna legge se non quella del più forte o del più furbo. Molto, naturalmente, si può leggere in questa storia di ciò che quella stessa nazione diverrà negli anni successivi; illuminante in tal senso, e costellato di battute fulminanti e di personaggi sopra le righe ma verosimili all'ennesima potenza, il copione firmato da Castellano, Pipolo e dal regista. Quest'ultimo si ritaglia anche una particina da ufficiale nazista, in un certo qual senso perfino autoironica se si vuole (Salce visse in prima persona l'esperienza atroce del campo di concentramento); tra gli altri interpreti si ritrovano poi Stefania Sandrelli, Franco Giacobini, Gianni Agus, Gianrico Tedeschi, Jimmy il fenomeno e Renzo Palmer. Se la caratterizzazione del personaggio di Tognazzi è a tutto tondo, meno elaborata sembra invece quella del ruolo riservato a Wilson. Finale trionfalmente dolceamaro, che apre alla speranza nonostante tutto. 8/10.
Primavera del 1944. La seconda guerra mondiale sta per finire, ma un irriducibile ufficiale fascista spera ancora in una promozione a federale se riuscirà a riportare a Roma un professore dissidente, nascostosi nelle campagne abruzzesi. Il viaggio lungo il centro Italia che sta vivendo la liberazione è ricco di sorprese fra ladri, incidenti stradali, incontri con i nazisti, tentativi di fuga del professore; il rapporto fra i due uomini si fa sempre più umano e quando il fascista viene messo al muro da una folla di partigiani inferociti sarà proprio il professore a evitargli la morte.
(Re-visione 7/9/21)
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