Regia di Rob Schmidt vedi scheda film
Chris è un giovane medico che si sta recando ad un importante incontro di lavoro. Un blocco sull’autostrada gli consiglia di fare un “U turn” e cercare la provinciale. Si ritrova in uno sperduto bosco di montagna insieme a altri 5 malcapitati. Tutti sono preda degli strani mostri delle montagne (dei lontani parenti del Merrick di “The elephant man”, ma con in più la mania omicida del pazzo vaccaro di “Wolf Creek”). I tre mostruosi serial killer tenteranno la classica carneficina tipica di questi horror-splatter del 21° secolo, naturalmente fallendo, sconfitti dall’amore.
È impressionante la miriade di luoghi comuni che questo film riesce a mettere insieme: i meccanismi della suspense, studiati indubbiamente dal regista Schmidt sono però così pretenziosi da essere “didascalici” all’ennesima potenza, finendo per rivelarsi i più prevedibili degli ultimi anni. Del film, dall’andamento scontato, si salvano i titoli di testa, dalla fotografia particolarmente accattivante, il trucco dei mostri e alcune situazioni di tensione apprezzabili.
Da segnalare la faccia tosta degli sceneggiatori di propinare situazioni inverosimili (Chris e Jesse che fanno gli scoiattoli volanti, uno dei mostri che gambizza da 100 metri una vittima ma poi, poco dopo, non riesce a finirla con l’ascia mentre ce l’ha sotto i piedi, oppure, per finire, la stizzosa disinvoltura con cui i ragazzi si spostano nel bosco a notte fonda).
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