Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
Se amate i cartoni animati con comicità slapstick, oppure trovare l'origine di molte situazioni comiche se non proprio da "cartone animato", La Febbre dell'Oro di Charlie Chaplin (1925) è senz'altro il film che dovete vedere, poichè ha creato una quantità enorme di situazioni comiche. La lavorazione non fu affatto facile per Chaplin e gli alti costi di lavorazione e di tempo impiegato, gettarono un'aria negativa intorno al film da aprte degli addetti ai lavori che lo etichettarono come probabile disastro al botteghino, ed invece inaspettatamente Chaplin ribaltò ogni previsione nefasta, riuscendo a fare di questo film un grandissimo successo di pubblico, che non smetteva di accorrere nelle sale e richiedere spesso il bis di talune sequenze comiche.
La pellicola prende spunto da un avvenimento storico della storia americana e colmo di leggende e miti che sono sorti intorno, la leggendaria corsa all'oro nel Klodinke ad opera di migliaia e migliaia di cercatori d'oro che attraversarono le fredde ed alte montagne i cerca di fortuna; il nostro Chalot è uno dei tanti cercatori d'oro improvvisati che attratti dal miraggio del guadagno facile, con uno zaino sulle spalle, una piccozza e l'immancabile bastone, si avventura in cerca d'oro.
Chaplin qui in veste di attore, regista, soggettista, sceneggiatore, montatore e produttore ha quindi il totale controllo dell'opera e sperimenta soluzioni sia di tono che di comicità mai viste sino ad allora.
La Febbre dell'Oro fonde il dramma con la commedia, decisivo è l'apporto di Chaplin, su cui le inquadrature convergono facendo si che il suo cinema sia interamente costruito in funzione della sua figura d'attore il quale si ritrova a vivere situazioni tra il tragico e la farsa comica. Le situazioni divertenti si sprecano, oltre alla danza dei panini che cita filmtv, divertente nella sua tragica miseria (Chaplin ha sempre un forte aspetto sociale nei suoi film) risulta essere la sequenza in uno Charlot ed un Big Jim alla frutta sono costretti a mangiare una scarpa bollita per non morire di fame (in quanti cartoni animati l'abbiamo trovata?) oppure la famosa baita sospesa per metà pericolosamente sul precipizio della montagna (Willy il Coyote ci camperà a vita con gli oggetti sospesi sull'orlo di un precipizio).
Non mancano anche gag comiche non derivanti dalla mera scenografia, ma dall'uso dell'immaginazione come quando un affamato Big Jim immagina Charlot come una grande gallina e tenta di accopparlo per mangiarlo.
La componente più sentimentale romantica non manca come in tutti i film del regista, qui Charlot s'innamora di una soubrete di nome Giorgia (Georgia Hale), la quale sfrutta Charlot per ingelosire il prepontente Jack, prendendo poi parte ad uno scherzo con le sue amiche, ingannando Charlot sul fatto che la notte di Capodanno verranno a cenare da lui, scatenando nell'uomo una grande gioia.
E' la sequenza più commovente e in un certo senso anche divertente nella sua tristezza di tutta la pellicola, poichè Charlot nell'attesa si addormenta al tavolo ed immagina di intrattenere le ragazze con una buffa danza di panini.
Il cinema di Chaplin nella comicità ha sempre una punta di tristezza e analisi sociale, ed è questo che probabilmente fà si che i suoi film a distanza di moltissimi decenni, siano perfettamente fruibili dalle nuove generazioni.
Chaplin nel 1942 rimise mano al film, rendendolo sonoro con una voce narrante e tolse le didascalie; non è una scelta sensata a mio avviso data la sua origine da film muto, però a tutt'oggi è l'unico modo di vedere tale film.
Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297
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