Regia di Sue Brooks vedi scheda film
Dopo aver girato fra Usa e Gran Bretagna una decina di film in 4 anni (fra cui pezzi da 90 come IL SESTO SENSO, THE HOURS e ABOUT A BOY) Toni Collette se ne torna tranquilla in Australia a girare questo piccolo film che nel 2003 ha ramazzato in patria una sfilza di premi: miglior film, miglior regia, miglior fotografia e miglior attrice protagonista. Tutti premi più che meritati. Non è poi difficile trovare qualcosa di bello da fotografare in Australia, ma si vede qui l'amore profondo della regista per il suo paese: riesce a rendere affascinanti anche una miniera di ferro o la deserta, interminabile pietraia dove si insabbiano con il fuoristrada Sandy, una geologa scorbutica (lei è una geologa, perbacco, non un'autista) e il suo formalissimo cliente giapponese, ospite di riguardo perché figlio di un pezzo grosso dell'industria mineraria che il suo studio corteggia per un contratto. E proprio l'incidente diventa il motore della storia: isolati dal mondo, a 6 ore di macchina dal centro abitato più vicino, senza campo per i cellulari, queste due persone così diverse sono costrette a collaborare, e gradualmente gli spigoli si ammorbidiscono. Il maschilista rigido e arrogante si lascia andare, e la donna-che-fa-un-lavoro-da-uomo si ritrova indifesa davanti al risvegliarsi della sua femminilità. E dopo la tragedia che la colpisce le lacrime di Sandy sono il segno dell'inizio di una nuova consapevolezza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta