Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) vedi scheda film
Uno dei migliori capitoli del ciclo apocrifo di Emanuelle (avviato da Bitto Albertini, ma poi valorizzato dal grande Joe D'Amato). Un mix di erotismo e orrore, impreziosito dalla stupenda soundtrack di Nico Fidenco.
New York. In un centro di igiene mentale una ragazza, rinvenuta in gravi condizioni ai confini della foresta amazzonica, aggredisce un'infermiera, mordendola al seno. La giornalista dell'Evening Post, Emanuelle (Laura Gemser), occasionalmente infiltrata nella clinica per un reportage, da un tattuaggio sull'inguine della giovane identifica il luogo di provenienza: Tapuruguara. Emanuelle riesce a convincere l'editore a finanziare una spedizione, per la quale richiede il supporto dell'antropologo Mark Lester (Gabriele Tinti). I due, alla prima tappa in Amazzonia, incontrano un entomologo ed ampliano il gruppo con il reclutamento di Isabelle (Mónica Zanchi), Suor Angela (Annamaria Clementi) e alcune guide locali. La destinazione successiva è un piccolo villaggio, nel quale si è insediato padre Morales. Durante il tragitto, fanno la conoscenza del cacciatore McKenzie (Donald O'Brien) e sua moglie Margareth (Nieves Navarro) -coppia in realtà alla ricerca di diamanti, celati nei resti di un aereo precipitato- anch'essi pronti ad unirsi nel viaggio tra le insidie della foresta amazzonica. Di notte vengono aggrediti dagli Apiaká, un gruppo etnico che pratica ancora il cannibalismo. In fuga, raggiungono la destinazione per scoprire, con orrore, che padre Morales e gli altri missionari sono stati massacrati dagli indigeni.
"Questo film narra fatti realmente accaduti e raccontati da una giornalista" (Didascalia -che dichiara il falso- sui titoli di testa)
Notevole commistione tra erotismo ed horror (cannibalico): genere, quest'ultimo, sempre accarrezzato dal prolifico Massaccesi. La presenza della Zanchi e di Nieves Navarro sovrasta l'esile fisico della Gemser, anche se l'erotismo sfuma nel finale per via di effetti gore ultraviolenti (l'amputazione del seno di suor Angela, lo sventramento di Margareth e il dimezzamento -attuato con tiro alla fune- di McKenzie).
Sceneggiato dallo stesso Massaccesi e dalla seconda unità alla regia (Romano Scandariato) si avvale di una notevole colonna sonora opera di Nico Fidenco (ripresa poi di peso per Zombi Holocaust, ed almeno altri tre film). Il talento di Massaccesi facilmente inganna lo spettatore: a parte le riprese iniziali in esterno, girate veramente a New York, la foresta amazzonica in realtà è stata simulata con scenografie italiane -tra le altre- effettuate al Lago di Fogliano e alla cascata di Oriolo Romano. Tra i cannibali, opportunamente truccata e irriconoscibile, è presente anche Dirce Funari, bellissima attrice che ha attraversato -come una splendida meteora- parte del cinema erotico italiano, con prevalenza di presenza sui set diretti da Massaccesi.
Annamaria Clementi e... lo striptease di mezzanotte
Annamaria Clementi, per un certo periodo, ha turbato non poco il sonno degli italiani quando, prima d'essere scoperta in ruolo d'attrice, dominava, incontrastata regina delle notti peccaminose, i sogni dei maschietti, prodigandosi in infuocati (per l'epoca) spogliarelli trasmessi a metà anni '70 su TeleAltoMilanese (Playboy di mezzanotte). Il debutto sul grande schermo lo si deve a Massaccesi, che per il suo Emanuelle e gli ultimi cannibali (1977) la mette nei panni di suora, destinata a finire tra le mani di cannibali che non esitano a torturarla per poi tagliarle un capezzolo, e servirlo come antipasto prima di farne prelibato banchetto di carne umana.
Make love on the wing
Con ciclica cadenza, il motivo principale viene proposto nel film in tutte le versioni (lirica, strumentale e a differente ritmo). È un brano stupendo che, non a caso, verrà utilizzato anche successivamente, ad esempio in Candido erotico (1977), Le porno libidini di Justine (1979), Zombi Holocaust (1980) e Sesso profondo (1980).
N.B. La visione dei video seguenti è riservata solo ed esclusivamente a un pubblico adulto
F.P. 12/01/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 88'20") / Aggiornamento della recensione pubblicata in precedenza su Il davinotti
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