Regia di John Badham vedi scheda film
Il film che ha lanciato Travolta nell’universo delle superstar è un dramma giovanile dove il commesso italoamericano Tony Manero trova nella discoteca Odissea 2001 il luogo dove fuggire lontano dai problemi esistenziali e nel ballo il talento che può farlo volare sull’altro lato del fiume, lontano dalle stalle della periferia verso le stelle di Manhattan.
La colonna sonora più famosa del mondo, composta da una selezione di brani che hanno definito il genere DISCO e nuove ispirate composizioni dei Bee Gees è la sinfonia che scandisce il ballo di Manero vera icona del cinema anni 70 con il completo bianco e il dito al cielo.
La forza di questo film è ancora oggi l’dea di raccontare il mondo delle discoteche attraverso un personaggio che tutti volevano vivere ma nessuno poteva essere: Travolta non si limita a muovere le gambe ma dimostra anche di essere un grande attore rendendo interessante un ruolo assolutamente sgradevole e se consideriamo che la sua compagna morì durante la lavorazione dimostrò di aver raggiunto non solo la piena maturità artistica ma anche professionale.
Portò a termine il compito nel migliore dei modi consegnando alla storia un personaggio indimenticabile in cui è racchiusa tutta la rabbia di una gioventù che trascorre lunghe settimane di duro lavoro per risparmiare gli agognati 30 dollari e poter sfogare in quelle poche ore di ballo notturno le proprie amarezze e magari essere notati da qualche dama in vena di svago oltre che di musica, devo sottolineare che fino ad allora Travolta si era fatto notare in 2 produzioni televisive e in un ruolo minore in Carrie di De Palma e questo era il suo primo grande ruolo drammatico che richiedeva anche una preparazione faticosissima per le scene di ballo che rischiarono incredibilmente di non essere neanche incluse nell’edizione finale, fu lo stesso Travolta diventato divo durante la produzione ad imporsi e far montare sotto la sua guida il bellissimo assolo a ritmo di - You should be dancing - che diventerà una sequenza storica, consacrandolo a nuovo genere di attore atletico acrobatico musicale ma anche di spessore recitativo pregevolissimo tanto che fu immediatamente candidato all’Oscar come miglior attore e meritava questo riconoscimento per la sua memorabile performance.
Tutto gira intorno a Tony ed un ben assortito cast di attori formano i suoi incasinati amici e la sua famiglia di gente di chiesa con una nonna che grida “Basta ..Basta” se si litiga a tavola ed un fratello prete che vivrà una seria crisi di vocazione destabilizzante anche per Tony, c’è il signor Fusco che gli promette un avvenire nel suo piccolo negozio di vernici dove il vecchio aiutante comincia ad arrancare, ci sono le sue pretendenti, una di loro grida “Ho baciato Al Pacino” ma Tony le evita tutte, tranne una che gli appare diversa alla prima occhiata, una segretaria in rosa pallido che conquista la pista e la testa dell’ingenuo ragazzo in un sabato sera di febbre altissima.
Stephanie va all'Odissea 2001 occasionalmente e quel fiume lo ha attraversato dopo molti compromessi, Tony ne rimane ammaliato ma anche la ragazza sofisticata e snob sembra gradire le attenzioni di quel tipo che non ha neanche fatto il college.
Si accordano per partecipare ad un concorso di ballo ma tra di loro nascerà una difficile storia che cambierà Tony per sempre.
L’attesa gara di ballo si rivelerà una resa dei conti per Tony e le sue labili convinzioni, neanche vincere è più sufficiente per soddisfare la sua voglia di emergere e al termine di una drammatica notte deciderà finalmente di attraversare quel fiume per chiarire la sua storia con Stephanie e riorganizzare le sue ambizioni.
Il destino dell’aspirante ballerino verrà mostrato in un discreto sequel diretto da Stallone che non brillò alla regia come John Badham suo predecessore: dopo aver rivisto il film con la traccia commento del regista posso affermare che molto del merito del suo successo va attribuito a Badham che sostituì Avildsen considerato inadeguato nonostante fosse reduce dai successi di Rocky; l’emergente regista inglese impose la sua visione del film e le sue scelte si rivelarono azzeccatissime, prima fra tutte quella di non aggiungere una scena d’amore fra Travolta e la Gorney al solo scopo di accontentare i produttori, la carezza e il bacio di Stephanie dopo il chiarimento valgono più di ogni amplesso.
Molti dicono che Badham abbia tratto vantaggio da questo suo lavoro che lo ha reso popolare nell’ambiente, al contrario io credo che la riuscita di "Saturday night fever" deve essere attribuita al talento di questo regista molto in gamba e mai troppo apprezzato che ha saputo gestire al meglio uno script scomodo ed un attore dotato ma da svezzare.
Al di la di ogni ulteriore commento bisogna solo applaudire tutti coloro che hanno partecipato ad un film così ben riuscito che ha segnato una generazione ed è ancora oggi il capostipite di un genere.
La sua caratterizzazione di Tony Manero con i pantaloni in polyestere che cammina dinoccolato per le strade di Brooklyn apre il film e lo prende per mano lungo la pista da ballo per poi portarlo a termine con il mitico completo bianco indossato nella gara finale, una prova passata agli annali come il suo personaggio.
L'unico ruolo di rilievo nella sua carriera evidenzia una performance di grandissimo spessore perchè Stephanie non è assolutamente un personaggio semplice da caratterizzare: sfuggente ed autoritaria ma anche fragile e vulnerabile, affascinante ed irritante mette in mostra un sorriso che colpisce e doti atletiche nelle sequenze di ballo di impagabile bravura, davvero da applausi, peccato che non abbia proseguito la carriera.
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