Regia di John Badham vedi scheda film
Con andatura dinoccolata e sguardo penetrante e scanzonato,John Travolta fece il suo ingresso nel cinema,quasi da esordiente.Tony Manero e la sua "Febbre del sabato sera" furono un vero e proprio fenomeno di costume nella seconda meta'degli anni Settanta,a livello mondiale.Rappresentava un disagio giovanile,in fondo la sua era la generazione divenuta grande appena dopo il disastro del Vietnam,i ragazzi italoamericani come Manero sono la terza generazione di immigrati,appena accettati nelle metropoli come la New York in cui questo film è ambientato,e lo scontro razziale con i portoricani sa di faida tra esclusi.In definitiva,Tony Manero è un giovane con un suo codice morale,che al momento giusto ha un'alzata di testa che gli salva l'anima dall'abiezione e dal vuoto degli amici che lo circondano,benche'il massimo della vita per la sua un po'ottusa visione del mondo sia trionfare come star danzante della discoteca frequentata il sabato sera.E John Badham ,con una regia intelligente che a tratti da'al film i connotati di un'inchiesta di costume,evita qualsiasi inutile orpello,trae il meglio dall'ambientazione in quartieri proletari,e,con l'aiuto di una colonna sonora tra le piu'vendute e funzionali sentite al cinema,ottiene una collettiva buona prova dagli attori che sembrano presi dalla vita vera.Su tutti,John Travolta,con i livori,la rabbia sorda di Manero,lo squallore sostanziale del piccolo mondo di cui si considera un principe,a modo suo,fino a una seria riconsiderazione di tutto,a partire dalla concezione delle donne,dolori di crescita che lo portano a un tentativo di maturare nel finale.
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