Regia di Takashi Miike vedi scheda film
c'è chi ha giustamente detto che visto che non arriva nulla o quasi dal lontano oriente, bisogna approfittare di tutto ciò che arriva, soprattutto se porta la firma di un tale takashi miike. in tv di questo autore di culto non arriva un cazzo o quasi. su sky è approdato AUDITION e direi che a pugno nello stomaco non andiamo mica male. per il resto bisogna fare un mututo per acquistare dvd all'estero. per ora, almeno io mi accontento. non che questo THE CALL non mi sia piaciuto, però tenderò a fare di un'erba un fascio, ma a me di 'ste maledizione che corrono per fili di quassiggenere, mi si shta shcassando un pò la minchia. non conosco l'acclamato regista che risponde al nome di takashi miike, ma mi sa che questo THE CALL non corrisponda affatto al suo livello medio alto. mi sento di poter dire che il signore aveva o bisogno di soldi, o s'è preso una vacanza. chiariamo, non è che non mi sia piaciuto, ma credevo di mejo. ci sono due momenti che mi hanno veramente fatto paura, dove la paura e la crudeltà sono gestite con sano e crudele cinismo. la scena dell'esorcismo ripreso in uno studio televisivo, con esibito disprezzo del mezzo pubblico televisivo e la scena nel pre-finale. per quello che ne posso sapere io di cinema e soprattutto di autori che ho visto e conosciuto solo di recente, i giapponesi hanno un modo di approcciarsi diverso dal nostro. si guardi solamente al RING giapponese e a quello statunitense. JU-ON, RINGU, DARK WATER, lo stesso THE CALL e perchè no, anche THE EYE nonostante non sia proprio un thriller o un horror. bambine, donne o anche bambini che perseguitano i vivi e li uccidono, prendendoseli con una crudeltà che a volte è dura da mandare giù. e soprattutto è una maledizione circolare. un serpente che si mangia la coda, non finisce con la fine del film. continua a tramandarsi attraverso la sofferenza, la follia e la morte delle persone. in THE CALL poi c'è la nenia telefonica che ricorda la nenia di profondo rosso. quando la senti, sai che qualcuno morirà. se ti lasci prendere subito, morirai senza troppo penare, se invece vuoi cercare di sfuggire al tuo destino, dovrai per forza pagare per la tua insistenza a non voler morire. e pagherai con una morte incredibilmente feroce. e se non muori diverrai il nuovo tramite per tramandare morte ad altri. corpi che non trovano pace e che faticano a decomporsi. spiriti che faticano a recarsi in riposo in un istituto termale per depurarsi dello schifo terreno. madri che non sono in grado di essere madri e torturano le figlie. voglio dire che di marcio in quel del giappone pare essercene e finchè il livello filmico si manterrà medio, si potrà ancora accorrere al cine. quello che mi rimane un pò oscuro è il finale con quel sorrisetto che si tranuta in una risata. il regista avrà visto argento?... a me ha ricordato il sorriso finale della harper in SUSPIRIA. magari però mi sbaglio.
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