Regia di Richard Donner vedi scheda film
TIMELINE è una pellicola di discreto impatto. Un paio d’ore passate in spensieratezza, come la maggior parte delle pellicole di oggi, basate sulla ricerca di un puro intrattenimento. L’azione insita nel DNA di Donner è sicuramente un punto a favore di una storia PERO’ non esattamente originale, con attori non esattamente da oscar. I costumi e la fotografia salvano dal baratro della mediocrità una pellicola che compie il gravissimo errore di smitizzare la concezione di tempo che capolavori del calibro di Ritorno al Futuro hanno fatto assurgere, con la loro trilogia, a mito. Chi, tra quelli che hanno amato la trilogia-capolavoro di Zemeckis, non ha mai provato a pigiare pausa sul videoregistratore e ripensare a come tale sconvolgimento del Marty scaraventato nel passato abbia comportato tali conseguenze? E chi non ha mai cercato, invano credo io, un’incongruenza di ordine (crono)logico nella successione degli eventi del giovane McFly? Beh, altri tempi. Perché Timeline ponziopilatianamente si lava le mani di tutto questo arrovellarsi intorno a quel sacro mistero che è il tempo: uno dei protagonisti (OGGI) ritrova una statua che si scoprirà essere la raffigurazione postuma di sè stesso; questi viene poi effettivamente catapultato nel passato e realmente la sua vita sarà risucchiata dai ritmi e dal fascino della Dordogna del 1357 tanto da decidere di rimanere a vivere nel 14° secolo, ASSECONDANDO dunque il destino immutabile che inesorabilmente era scritto. Nessuno sconvolgimento nella storia del mondo, delle abitudini, del modo di fare: un gruppo di ragazzi, seppur archeologi e quindi attenti a non spostare lo status quo coevo, impercettibilmente modifica l’andamento della più importante battaglia della guerra dei cent’anni e, a distanza di 600 anni e più, nessun cambiamento. Tanto è vero che quel monumento funebre era e rimane tale. Un destino già scritto dunque, un pessimismo sconvolgente al quale, non eravamo abituati.
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