Regia di Franco Citti, Sergio Citti vedi scheda film
Film che segna l’esordio alla regia dell’attore Franco Citti, con la “fraterna collaborazione” del fratello Sergio, il quale mostrava già i primi sintomi della malattia che l’avrebbe portato alla morte pochi anni dopo.
Il film fu girato nel 1998, ma distribuito, e male, solo nell’estate del 2004, per approfittare del successo televisivo di Fiorello, qui co-protagonista.
In una comunità di diseredati e poveri, ma felici, agisce Salvatore (Fiorello), il quale fornisce speciali boccette con la capacità di far avverare i sogni: la situazione della borgata cambia quando un costruttore giapponese acquisisce la zona per costruire appartamenti di lusso e offre agli abitanti nuove sistemazioni più confortevoli.
Nel frattempo assistiamo al vagare di Beppe (Franco Citti) e Lella: Lella è convinta che Beppe sia il promesso sposo che credeva morto, ma Beppe non ricorda nulla e non riconosce la donna.
Il tono del film è quello “favolistico comico”, con momenti di analisi sociale, e un diffuso e malinconico sentimento di antimodernità: i modelli sono Pier Paolo Pasolini e, soprattutto, il cinema del fratello Sergio.
“Cartoni animati” è un film sconnesso, che vive di momenti e “sketches” che sembrano scollegati tra loro: molti di questi momenti sono comunque validi e divertenti: diciamo che più dell’intreccio conta l’atmosfera, a volte patetica, a volte amara, a volte ironica, delle singole scene.
È forse un film “fuori tempo massimo”, anacronistico per i tardi anni novanta, come volesse essere il canto del cigno di un certo stile, quello pasoliniano e di Sergio Citti, di fare cinema.
Fiorello, che poi non avrà fortuna nel cinema, se la cava più che bene.
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