Regia di Steno vedi scheda film
Tre amici, Bruno detto "Mandrake", Armando detto "Pomata" e Felice, sono accomunati dalla passione per le scommesse sulle corse dei cavalli, che praticano con costanza e metodo, senza, tuttavia, mai "svoltare". Gabriella, una bella barista fidanzata con Bruno, non approva il vizio del compagno, anche perchè, quando non vince, l'uomo a letto "rende" poco. Pertanto si rivolge ad una cartomante, che le consiglia, di giocare anche lei, dandole i nomi di tre cavalli. Gabriella, pertanto, incarica Bruno di puntare una grossa somma su di loro; poichè gli equini citati sono perdenti conclamati, "Mandrake" segue il consiglio di Armando, scegliendo un altro nome. I tre cavalli, però, inaspettatamente vincono. Per "Mandrake" ed i suoi amici si mette male ! Una divertente commedia senza pretesa di verosimiglianza, che si svolge nel mondo dell'ippica, nel più ampio ambiente di una Roma vivida e verace. La prima parte del film descrive i personaggi ed il contesto. I protagonisti Bruno (Gigi Proietti), Armando (Enrico Montesano) e Felice (Francesco De Rosa) conducono una vita priva di prospettive, tra lavoretti precari, creditori sempre più infuriati ed altri piccoli problemi della quotidianità. Cercano riscatto nel gioco alle corse; a tal proposito, s'impegnano su ogni fronte, studiando la stampa di settore e cercando abboccamenti nell'ambiente delle scuderie e dei conduttori. Nonostante la grande vincita non arrivi, non si arrendono. I protagonisti agiscono in un ambiente vivace, popolato da altri personaggi eclettici; il film trasmette con efficacia alcune sensazioni del contesto, esempio la febbrile eccitazione che accompagna i momenti antecedenti la corsa, e quelli della corsa stessa. La seconda parte racconta del tentativo di "Mandrake" di mettere riparo al suo errore, insieme agli amici ed all'avvocato De Marchis, interpretato da Mario Carotenuto. Come prevedibile - poichè la "voce narrante" lo lascia comprendere, sin dall'inizio - il tentativo fallisce e lo sgangherato gruppo finisce in tribunale, in un processo che si conclude a favore degli imputati, poichè il giudice è anch'egli un appassionato del trotto ... e li capisce perfettamente ! In quest'ultima fase c'è spazio per una sorta di apologia del gioco, che oggi potrebbe far storcere il naso a più di uno spettatore, poichè esalta gli aspetti positivi del fenomeno, quali l'entusiasmo e la "fratellanza" tra scommettitori, trascurando completamente quelli negativi. Per me questo non è stato un problema. L'opera è infatti votata all'intrattenimento, ed in questo riesce molto bene, grazie alle molte gag degli eccezionali Enrico Montesano e Gigi Proietti, alcune battute e termini dei quali ("mandrakata") sono ormai parte del linguaggio comune.
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