Regia di Steno vedi scheda film
Ho rivisto "Febbre da cavallo" a distanza di tanti anni, e l'ho trovato piacevole e divertente. È una commedia popolare realizzata con perizia da Steno, maestro della commedia italica che qui trovò una vena particolarmente felice, lontana anni luce dalla volgarità della commediaccia sexy che in quel periodo iniziava a fare furore ai botteghini. Si parla dell'ossessione per le scommesse ippiche di tre sempliciotti, ma la trama è solo la scusa per affilare una serie di scenette e di battute entrate nella memoria collettiva, tanto da renderlo un vero film di culto a Roma, e non solo. Steno non aveva la pretesa di fare una commedia alla Lubitsch o alla Billy Wilder, ma il film può contare ugualmente su un tripudio di invenzioni grottesche, su gag sanamente cattive che in qualche caso strappano l'applauso (che dire di "un fischio maschio senza raschio" o della scena in cui la Montagnani si finge morta), su un ritmo e una vis comica tutt'altro che disprezzabili. E poi lo spettacolo è garantito dagli attori, da un Gigi Proietti che avrebbe meritato un Oscar come miglior attore comico, davvero in forma strepitosa, a un Montesano ugualmente irresistibile nella parlata burina e nelle imitazioni, fino a una schiera di caratteristi fra cui vanno citati almeno Mario Carotenuto, una breve partecipazione di Adolfo Celi come giudice, lo sfortunato Francesco De Rosa come co-protagonista, una Catherine Spaak bella ma un po' decorativa. È chiaro che se si volesse farne un'analisi "obiettiva" salterebbero fuori numerosi difetti, ma in questo caso tendo anch'io ad essere indulgente perché si tratta di una commedia che riesce a strappare molte risate senza ricorrere all'armamentario di tette, scorregge e parolacce dei Pierini e simili: si ride senza provare vergogna. Movimentata colonna sonora di Tempera, Bixio e Frizzi e sceneggiatura a cui partecipo' anche il figlio Enrico Vanzina, che non manca di un suo valore sociologico sull'Italia un po' cialtrona di quegli anni. All'epoca solo un modesto successo, che poi divenne un cult grazie ai passaggi sulle tivu' commerciali. Non credo che vedrò il sequel realizzato dai Vanzina tanti anni dopo.
Voto 7/10
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un classico (meglio del remake ovviamente...) mi chiedevo,ma Stefano non l'ha mai visto ???.....poi ho letto che l'hai rivisto....allora e' tutto ok.....averne di commedie cosi' !!!
Ciao Ezio, pensa che l'avevo visto una sola volta da piccolo... e lo ricordavo come un film molto divertente, poi in questi giorni l'ho ritrovato su Sky e penso che sia una di quelle commedie di una volta che non tramontano mai. Ciao
si !!!!
Anche io l'ho ritrovato giorn fa addirittura trai miei vecchi dvd e ricordo che mi ero tanto divertita.Per me è un film nel suo genere sempre gradevole da rivedere!
Grazie Anna, è una di quelle commedie che hanno una specie di segreto che gli impedisce di invecchiare
Visto e rivisto tanto di quelle volte da conoscere a memoria tutte le battute. Scrivi bene Stefano nell'ultimo commento, è un film con un'alchimia particolare, tale che mi fa sempre provare il piacere di rivederlo. Il cinema, soprattutto quando è vissuto con passione, ha bisogno di evasioni intelligenti, e questo felice film di Steno ne rappresenta un ottimo esempio. Inoltre, il finale con il giudice "ippomaniaco" Adolfo Celi non si dimentica. Ciao Stefano
Grazie Peppe, in questo caso ci ritroviamo perfettamente d'accordo. Si tratta di una pellicola di evasione, leggera ma realizzata con grande competenza. Il finale in tribunale è davvero una chicca e Proietti risulta straordinario. Ciao
Scanzonato e divertente. Comunque, il sequel non è da buttare...
Grazie Rolando sempre gentile
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