Regia di Russ Meyer vedi scheda film
Tipico esemplare di cinema delirante (in senso positivo) che contiene in piccola dose, oscurata dal prevalente contenuto erotico, una satirica critica alle derive ideologiche reazionarie. Cinema allo stato puro, perlomeno nella/e forma/e.
Adolf Hitler non si è ucciso nel bunker, al contrario di Eva Braun. Sotto mentite spoglie di Adolf Schwartz (Edward Schaaf), favoleggiando su un possibile ritorno del Reich, si dedica a lussuriosi giochi sadomaso che poi conclude accoppiandosi con donne di colore, asiatiche e soprattutto con il gigolò Paul (Robert McLane), un uomo eccezionalmente dotato a livello genitale. In seguito qualcuno, sorprendendo Adolf in vasca da bagno, non esita a gettare in acqua un famelico pesce piranha, uccidendolo. Nei dintorni l'agente Homer (Monty Bane) è testimone di un altro delitto - ai danni di Leonard Box (Larry Dean) - compiuto da Margò (Raven De La Croix), una formosa fanciulla (in realtà un agente segreto in missione) aggredita sessualmente dalla vittima, che in cambio della libertà finisce nel letto di Homer. Alice (Janet Wood), moglie di Paul, gestisce un bistrot frequentato da strani individui e proprio al suo interno si cela l'identità del misterioso omicida del Führer.
"Voi donne siete un problema, d'altra parte girate sempre nude."
(Homer)
Tentare di riassumere un film come Up! è impresa quasi impossibile. Nonostante sia stato scritto da Roger Ebert (in collaborazione con Meyer e dietro pseudonimo), è privo di logica e soprattutto esemplare cinema di puro non-sense. A cominciare dalla singolare presenza della nudissima Kitten Natividad, deputata a recitare - mentre scuote le tette seduta sui rami degli alberi o muove le natiche in mezzo ai cespugli - monologhi deliranti, in posizione esterna (non da protagonista) nel vano tentativo di descrivere i surreali personaggi in azione. In sostanza Up! si riduce ad essere una spassosa parodia, che mette alla berlina ideologie razziste e autoritarie (in questo il ruolo ingrato è condiviso equamente tra Hitler e il corrotto maniaco sessuale, l'agente Homer) nell'inconfondibile stile del regista, ovvero con presenza di belle fanciulle dai seni prosperosi, ripresi en plein air da ogni angolazione tecnicamente possibile.
La storia si segue a livello subliminale, con disattenzione (a cominciare dagli incredibili titoli di testa, con nomi illeggibili data la distrazione provocata da uno sfondo in split screen a carattere sleazy, di tette e culi), ma il piacere cinefilo ne esce appagato, non solo per l'avvenenza delle interpreti quanto per il grottesco e fumettistico montaggio. Una volta tanto, il titolo italiano (Le deliranti avventure erotiche dell'agente speciale Margò) si adatta perfettamente al contenuto. Veloce comparsa di Russ Meyer nel locale di Alice, durante l'allucinante reazione del bestione Rafe (Bob Schott) alla danza sensuale di Margò, che si conclude con il duplice stupro (contemporaneo!) del gigante allupato ai danni della procace ballerina e di Alice.
"Sono un esperto
di archi e tetture, di architetture,
ma le tette, maledette...
a me piacciono di più!"
(Alessandro Mannarino)
F.P. 01/02/2022 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 76'43")
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