Regia di Paul Schrader vedi scheda film
LE DUE VERITÀ - FOREVER MINE (1999)
Avevo pensato di prendermi una pausa, ma mi sembra doveroso, dopo aver visto pochi minuti fa questo film, dire il mio parere: 115 minuti impiegati male.
Strano a dirsi, da ben otto anni resiste, quale più votata (fra 13, di cui 5 positive, 2 sufficienti, 6 negative), una recensione che assegna ben 4 stelle, avendo peraltro ricevuto una sola "utilità": per quanto mi riguarda, si tratta di una indicazione fuorviante, di cui io stesso ho tenuto conto per decidere su quale canale TV sintonizzarmi questa sera.
Scopro che il regista Paul Schrader ha un bel numero di estimatori. Io ricordo di lui "American Gigolo", con Richard Gere, grande successo di pubblico nel 1980. E anche "Il bacio della pantera", con Nastassia Kinski, credo dell'anno successivo. Se fra gli altri titoli ci sia qualche opera notevole non so: se è così, deve però trattarsi di qualche film "di nicchia".
Ma solo un vero e proprio fan può aver apprezzato questo FOREVER MINE (meglio il titolo originale) relativamente recente (1999) per il quale non riesco, salvo il colore (se vogliamo si può dire la fotografia, dovuta pare ad un "nome" di qualche fama) a trovare qualche aspetto degno di essere sottolineato come veramente positivo; ci sarebbe anche la musica, che però sovrasta il parlato rendendolo spesso difficilmente comprensibile; e questo, almeno per me, è sempre estremamente fastidioso.
Innanzi tutto, la durata avrebbe tranquillamente potuto, direi dovuto, essere ridotta di un buon quarto d'ora considerato che nella gran parte del primo tempo, assai lento, ci viene solo servito il "colpo di fulmine", diciamo così, della signora Ella e del cameriere Alan di Miami Beach, peraltro gia consumato ai primi approcci di costui, vista la ottima predisposizione di lei al tradimento del marito; ma evidentemente si sarebbe vista una sola scena di sesso anzichè due, poco male.
Ancora: a quale scopo farci vedere il film come flashback rispetto alle prime immagini, in aereo, in cui si vede l'ex cameriere, oltre 10 anni dopo, col viso modificato per effetto di un intervento plastico ma riconoscibilissimo? Altri minuti che hanno avuto l'unico effetto di togliere suspense quando sarà dato per morto, non capisco proprio.
Fulcro della melodrammatica vicenda, che diventerà noir, è naturalmente il personaggio di Ella, interpretato dalla bionda Gretchen Moll, scelta credo per una certa somiglianza con Lana Turner, ritenuta forse sufficiente ad evocare quella regina dei melodrammoni degli anni cinquanta del secolo scorso: ma per favore!!
Per lei è disposto a tutto (anche a far sopprimere il suo rivale in amore) il marito Mark, interpretato da Ray Liotta, indubbiamente un buon attore non aiutato qui molto dalla parte affidatagli.
Più importante è l'altro personaggio, Alan, che da cameriere si trasforma in ricco "consulente legale" e/o banchiere e/o quant'altro, non si sa come ma certo con metodi delinquenziali (ha ucciso un uomo e ne ha assunto il nome) per vendicarsi e finalmente avere per sè la donna amata; l'attore che impersona questa sorta di Conte di Montecristo è Joseph Fiennes, che non mi sembra un mostro di bravura ma certo anche il suo ruolo non è né simpatico nè semplice: si pretenderebbe da lui che avesse tale fascino da (ri)conquistare Ella ancor prima di essere riconosciuto come l'ex cameriere!
Come melò direi proprio che non ci siamo, anche senza entrare nei meandri della trama.
Del finale noir (che "offre" fra l'altro anche un omicidio del tutto inutile ai fini della storia, tanto per arrotondare con una scena cruenta) non mi sembra ci sia molto di apprezzabile.
Un'osservazione val la pena di farla: in tutto il film un personaggio positivo non c'è; e questo è certamente voluto. Direi necessario.
Per quanto la cosa non mi sembri un gran merito, è forse solo per questo che mi sento di aggiungere una mezza stelletta alle due che avevo pensate, portando il mio voto al minimo della sufficienza.
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