Julien, orologiaio quarantenne, ricatta Madame X. Pur conoscendo tutti i particolari del suo traffico di oggetti antichi, Julien ignora il più pericoloso dei segreti della donna: quello che lo lega a Marie, della quale Julien si è innamorato un anno prima e che ha appena rivisto...
Note
A metà film, con un colpo di scena, la storia d'amore tra Marie e Julien scantona verso il fantastico e il gotico, dando vita a uno dei lavori più appassionanti di Rivette: un melodramma che brucia piano, sempre più intenso e musicale. Nume tutelare della vicenda - oltre ai vari Cocteau e Hitchcock possibili - è Edgar Allan Poe, cantore di donne "ritornanti".
In sintesi, palloso ma bello. Eccessivamente lungo, ha poi un suo perché. Ben diretto, ottimamente recitato, la Beart è sempre una gnocca da paura. L'hanno visto 4 gatti, pubblico severo, critica troppo generosa.
Solitario orologiaio di mezza età incontra e si innamora, ricambiato, di un misteriosa ed affascinate ragazza con cui inizia una tormentata convivenza. Diviso tra una misurata e razionale passione per la meccanica e la ricerca di un difficile equilibrio sentimentale, estorce denaro ad una fraudolenta venditrice di pregiate sete cinesi con qualche scheletro nell'armadio, finendo per scoprire una… leggi tutto
Un film francese diverso dai soliti, almeno per quanto riguardo lo sviluppo della trama. Comunque non si riesce a seguire bene per la lunghezza. Una mezz'oretta di meno avrebbe giovato. Inoltre rimane a metà tra la drammaticità e il thriller, non sapendo che strada prendere. Sufficiente ma non troppo. leggi tutto
Cinema irritante e vuoto, indeciso su tutto, specialmente sulla direzione da prendere. È probabile che Rivette, come l'ultimo Chabrol, continui a girare per sentirsi vivo, ma è un cinema esangue come il personaggio di Emmanuelle Béart, con dialoghi letterari e lontani dalla realtà, situazioni fasulle lontane dalla realtà e risapute in quanto storie… leggi tutto
Parte come un giallo l'ennesimo film supponente, iperbolico e sconclusionato di Jacques Rivette, paladino incallito del verbo della Nouvelle Vague alla quale soltanto lui e Godard sono rimasti tanto tenacemente abbarbicati per anni. Julien (Radziwilowicz) è un orologiaio di mezza età che ricatta una certa Madame X (Brochet). Nella sua vita entra la bellissima e sensualissima Marie…
E' scomparso ieri, a 87 anni, il regista francese Jacques Rivette e mi sembrava doveroso dedicargli una playlist. Per quanto meno noto e celebrato di Truffaut, Godard, Rohmer o Resnais, Rivette era comunque noto ai…
Solitario orologiaio di mezza età incontra e si innamora, ricambiato, di un misteriosa ed affascinate ragazza con cui inizia una tormentata convivenza. Diviso tra una misurata e razionale passione per la meccanica e la ricerca di un difficile equilibrio sentimentale, estorce denaro ad una fraudolenta venditrice di pregiate sete cinesi con qualche scheletro nell'armadio, finendo per scoprire una…
Cinema irritante e vuoto, indeciso su tutto, specialmente sulla direzione da prendere. È probabile che Rivette, come l'ultimo Chabrol, continui a girare per sentirsi vivo, ma è un cinema esangue come il personaggio di Emmanuelle Béart, con dialoghi letterari e lontani dalla realtà, situazioni fasulle lontane dalla realtà e risapute in quanto storie…
Terzo ed ultimo capitolo delle Scene di vita parallela, trilogia che alcuni critici hanno voluto aprire in forma di quadrilogia anche a Celine e Julie vanno in barca (1974). Gli altri due titoli della serie sono Duelle e Noroit, entrambi del 1976; il fatto che a Rivette sia occorso un quarto di secolo per riprendere in mano questo film è dovuto alla grave crisi, professionale e fisica,…
Un film francese diverso dai soliti, almeno per quanto riguardo lo sviluppo della trama. Comunque non si riesce a seguire bene per la lunghezza. Una mezz'oretta di meno avrebbe giovato. Inoltre rimane a metà tra la drammaticità e il thriller, non sapendo che strada prendere. Sufficiente ma non troppo.
Il cinema di Rivette non si è mai appoggiato al cinema a grande respiro, il suo sapore intellettuale lo ha sempre precluso dal mercato tradizionale, ma questa è una scelta sua personale a cui non ha mai rinunciato e se qualche successo più di spessore è arrivato è stato solo dovuto al caso. Gli attori importanti se lo tengono caro, perché con lui…
Il cinema di Rivette non si è mai appoggiato al cinema a grande respiro, il suo sapore intellettuale lo ha sempre precluso dal mercato tradizionale, ma questa è una scelta sua personale a cui non ha mai rinunciato e se qualche successo più di spessore è arrivato è stato solo dovuto al caso. Gli attori importanti se lo tengono caro, perché con lui…
Quella di Marie e Julien è una storia di amour fou sospesa fra vita e morte, fra sogno e realtà (deliziosa la prima scena), in un clima un po’ in stile L’anno scorso a Marienbad ma con un finale ottimista, in cui l’amore sembra davvero poter superare ogni ostacolo. Poi c’è una sottotrama relativa a un ricatto esercitato da Julien nei confronti di una…
Un pasticcio incredibile questo film che parte come un film sentimentale poi vira al thriller poi imbastisce una storia d'amore improbabile e "incoerente" . La Béart è una non-morta, un essere che vive sospeso tra due dimensioni perché strappato con violenza alla vita...
Non vedenti, a volte anche invisibili. Una moltitudine come in Cecità, il film di Mereilles tratto dal lavoro del premio nobel Saramago, o solitari e disperati come la protagonista di Dancer in the Dark, una…
Quella di Julien è una vita scandita dal ritmo dell'attesa, in cui l'immobilità e la procrastinazione sono frutto di una scelta consapevole, si direbbe una sfida lanciata al destino, come per costringerlo a prendere lui l'iniziativa. La sua esistenza è ancorata al ciclo del tempo, imponente e pesante come l'ingranaggio di un orologio da torre. A ben vedere, però, più che una traiettoria…
Capolavoro. Più complesso, meno lineare di La duchessa di Langeais e, purtroppo, quasi del tutto incompreso dalla critica. Il film è stato, nel 2003, rifiutato da tutti i festival, da Cannes a Venezia, ed è stato proiettato al Torino Film Festival. Non c'è un altro regista come Rivette che sappia dirigere Emmanuelle Béart, e i risultati si vedono. La tensione è costante e palpabile…
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Commenti (5) vedi tutti
Voto 7/8 Intenso ma fragile nello sviluppo (ma forse non importa); comunque sia alcune sequenze sono da applauso. PREZIOSO
commento di luca826In sintesi, palloso ma bello. Eccessivamente lungo, ha poi un suo perché. Ben diretto, ottimamente recitato, la Beart è sempre una gnocca da paura. L'hanno visto 4 gatti, pubblico severo, critica troppo generosa.
commento di tobanis7
commento di incallitoun film che avra fatto cadere in depressione jerry zucker. 8+
commento di mo greenBUONO,MA TROPPO EROTICO
commento di RICHIARD