Regia di Jonathan Hensleigh vedi scheda film
Da un fumetto "maledetto" come "Il punitore",creatura della Marvel nata negli anni Settanta e tra i pochi a non esser classificati tra buoni o cattivi,lo sceneggiatore Jonathan Hensleigh ha tratto il suo film d'esordio,assegnatogli dal produttore israeliano Avi Arad.Stroncato pressochè da quasi tutta la critica,giudicato rivoltante e reazionario,"The punisher"-film(che viene dopo il pessimo adattamento del 1989 con Dolph Lundgren ad addobbarsi della maglietta teschiuta del giustiziere marvelliano),pur con i suoi limiti,e qualche rozzezza di troppo nella presentazione dei personaggi,è tuttavia un film d'azione meno dozzinale di quanto si potesse temere.Fioccano le citazioni,da "I soliti sospetti" a "Gli intoccabili",passando per "Lo squalo" e Leone,serpeggia un'ironia qua e là efficace,e la sceneggiatura non cede il passo all'azione sfrenata:Thomas jane assomiglia un pò a un Christopher Lambert leggermente più espressivo,troppe le partecipazioni senza grande spessore(Rebecca Romijn-Stamos,Roy Scheider),ma la furia vendicativa del "Punitore" ,quando non si lascia andare a una truculenza più presente nell'ultimissima parte della pellicola,viene stemperata dal bizzarro quadro della "famiglia" elettiva del protagonista,che,persa quella carnale in un massacro ordito dal corrotto miliardario Travolta,accoglie il torturato antieroe in una solidarietà tra reietti.Qualche buon momento di tensione,e il ricordo che il fumetto aveva tra le finezze il buon gusto di non giustificare mai l'ossessione vendicatrice di Frank Castle e lasciarsi andare a qualche citazione del poeta moderno Robert Frost.Del quale,l'assunto del Punitore è stralcio di un suo scritto:"Il bosco è dolce e profondo,ma ho fatto delle promesse,e non posso rimanere."
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