Regia di Rob Zombie vedi scheda film
Finalmente qualcosa che ha una sua consapevolezza. Purtroppo oggi se vuoi vendere, devi fare film con una certa direzione: osare l'inosabile è un privilegio per pochi, altrimenti devi accontentarti del mercato dvd o di un pubblico di nicchia, ecc... Fortunatamente, Rob Zombie riesce a fare ciò che vuole (e anche molto di più, che però vedremo solo nella versione integrale), e il risultato è un'affascinante viaggio in una dimensione horror vera: allucinata, grottesca, piena di humor nero, sadismo e pulsioni represse, politica e critica sociale.
Il film segue l'iter del mitico film di Tobe Hooper, e riesce ad essere più efficace del patinato remake di Nispel. E questo perchè il remake doveva incassare, mentre Rob Zombie voleva fare un horror: per preciso obiettivo, preciso percorso. C'è chi lo trova esagerato, o con trovate ridicole, ma forse questi dimenticano cosa sia l'horror, il suo linguaggio, il suo gusto, la sua estetica. Rob Zombie lo sa, e se anche non fa un film politico alla Carpenter, un incubo alla Craven, o uno splatter alla Raimi, riesce più a stordirti che a disturbarti e a inquietarti, ma dopo questa "canna" horror ti rendi conto di aver fatto un viaggio nel "deforme" e nel visionario. Nell'impossibile che invece è realtà povera e provinciale, dove l'apparenza felice delle case pulite americane, lascia lo spazio al marcio che covano da sempre.
E la ragazza che veste tipo Alice nel paese del Terrore, come si potrebbe ribattezzare il film, sottolinea il filo rosso che da sempre collega horror e favole, sempre e giustamente mai censurate, nonostante i contenuti criptati. Ma perchè allora l'horror deve essere censurato? Etichettato e boicottato?
L'horror è Ribellione. Ecco perchè....
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