Regia di Rob Zombie vedi scheda film
Visto qualche anno fa, non mi piacque particolarmente, mi parve un onesto lavoro horror. Col passare degli anni, con un sequel e due rivisitazioni dell'Halloween carpenteriano, Rob Zombie, chitarrista e cantante metal dal nome d'arte piuttosto ridicolo, ha acquisito una certa notorietà e vari attestati di stima presso gli affezionatissimi dell'horror.
"Allora lo devo rivedere!", mi sono detto. Fatto.
La casa dei 1000 corpi, film d'esordio "bloccato" per 3 anni a causa del rifiuto dei produttori iniziali di distribuire il film per l'eccessiva violenza, si conferma un onestissimo film che si inserisce in un filone, quello degli horror della decade 2000-2010, a dire la verità piuttosto povero e senza spiccare più di tanto. Zombie è stato straelogiato per le grandi capacità tecniche con la macchina da presa, effettivamente non indifferenti, ma butta troppa carne al fuoco; la trama, pur ricalcando il grande classico Non aprite quella porta, è potenzialmente da brividi e sempre efficace (quattro giovani americani in viaggio che incontrano una famiglia di pazzi assassini pervertiti) ma fin dall'incipit le intenzioni del regista sono chiare: zero tensione ma ritmo vertiginoso, con qualche bella o comunque originale trovata e diverse scene gore, più simpatiche che spaventose.
Alcuni personaggi (il Capitano Spaulding di Sid Haig) funzionano, altri decisamente meno (Sheri Moon, moglie di Zombie, non convince molto) e il film si riduce ad un collage di torture e un gran numero di citazionismi, con cui Rob Zombie sembra voler sfoderare tutta la sua cultura horror.
La casa dei 1000 corpi è in sostanza un film breve e carino per gli appassionati del genere, ma è un "videoclippone", che si lascia semplicemente vedere senza rivoluzionare il cinema horror.
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