Regia di Steven Kloves vedi scheda film
Parabola di ascesa e declino di un trio (anzi, un due+una) musicale di night ed alberghi. Con l’aurea malinconica che si addice a questo genere di storie, il sorprendente Kleves dirige con professionalità e diligenza un racconto polifonico e sensibile in cui non pochi cantanti o intrattenitori di seconda fila potranno ritrovarsi. Si muove su tre binari: il rapporto fraterno tra Jack e Frank, fatto di complicità ed incomprensioni; l’amore lento e travolgente tra Jack e Susie; il percorso artistico dei tre, tra successi e fallimenti. Funziona, con grande classe e partecipazione. Peccato che ad una prima parte frizzante e sentita segui una seconda in cui ci si abbandona un po’ troppo presto al melenso sentimentale. Il risvolto amoroso tra Jack e Susie ha qualcosa di particolare che tranquillamente lo fa inserire nella scia del melodramma infuocato e struggente, specialmente per quegli sguardi che si incrociano negli incontri successivi alla rottura tra i tre. È anche un film che analizza i rapporti e le alchimie di un duo che diventa trio (quindi lo sconquasso delle basi di partenza). La splendida Michelle Pfeiffer canta con la sua voce una Makin’ Whoope! da antologia. I fratelli Bridges le reggono lo strascico, ma sono al contempo di una bravura disarmante: Beau più riflessivo e freddo, Jeff più guascone e passionale.
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