Regia di Russ Meyer vedi scheda film
Poco da dire, è un capolavoro. La storia in sè è essenziale e senza particolari punti d'interesse ma è l'impatto quello che fa la differenza. Motori roboanti, fanciulle strabordanti in un orizzonte piatto e sterminato di un lancinante bianco e nero, è come ammirare un quadro in movimento di straordinaria lucidità. Violenza, sesso, cinismo si stagliano limpidi sull'orizzonte e così è possibile osservarli e capirli senza porre troppa attenzione sui dialoghi o la trama; e ciò è geniale. Minimalista e descrittivo allo stesso tempo; che sia frutto di un'idea essenziale e semplice o piuttosto un concatenarsi di circostanze fortuite, poco importa, questo film va visto perché è entrato di diritto tra i cult-movie di ogni tempo e tra le prime e più influenti pellicole d'exploitation procurandosi infiniti epigoni. La cosa ancor più singolare, per certi versi, è la possibilità di godersi una freschezza eterna in questa pellicola poiché tutte le figure che vi compaiono restaranno ignorate per il resto della loro carriera dal jet set hollywoodiano (e non solo). Senza tempo, dunque senza voto.
Esplosiva, ha turbato i sogni adolescenziali di molti e persino, pare, quelli di Elvis Presley al quale si dice che insegnò il famoso movimento pelvico. Non fu Forrest Gump, dunque. E' morta recentemente, ormai sfigurata dai chili in eccesso e nel silenzio generale dei media.
Anche lei, sinuosa e bellissima.
Un vitino da sogno, misure perfette. E' il personaggio probabilmente più "schizzato" ma in tal senso anche quello che più contribuisce alla connotazione grottesca della pellicola.
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