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Faust

Regia di F.W. Murnau vedi scheda film

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La recensione su Faust

di scapigliato
8 stelle

Uno dei tanti capolavori di Murnau. L’Espressionismo tedesco era ed è tutt’ora ciò che di più affascinante e suggestivo il cinema europeo offrisse ai tempi delle sue origini. Sarà per il carattere del “dramma nero” che in più casi ha virato radicalmente nell’horror, come il “Nosferatu”, sarà per le proprie caratteristiche estetiche di deformazione ed esasperazione che ben rappresentano il dramma umano, ma l’Espressionismo tedesco riesce a suggestionare meglio di altre pratiche coeve. L’intrusione del fantastico, del macabro e del terrorifico nel dramma quotidiano di ogni uomo, grazie all’Espressionismo travalica la sua origine mitica e letteraria e diventa popolare, risemantizzando e ricontestualizzando tali archetipi e miti di sempre in una nuova veste moderna, tutt’ora viva e valida. E’ quello che succede al “Caligari” di Wiene, per esempio. Ed è anche quello che accade all’opera di Murnau, sia nel “Nosferatu” che in “Faust”. La storia, risaputa, viene letteralmente ridipinta dal regista su una nuova tela dove si incontrano tanto il Caravaggio come il più riconoscibile Rembrandt. Certo, una vera analisi critica del film fatta da esperti evidenzierebbe ben altri nomi, e li riconoscerebbe anche nelle più insospettabili inquadrature. Al profano, ghiotto ed innamorato della materia (che sia l’horror, che sia l’Espressionismo, che sia la pittura), rimane “solo” un bel gioco suggestivo, impagabile all’epoca, come raro oggigiorno. La perfezione e il gusto per la composizione di scene e inquadrature denotano l’attenzione, o fors’anche meglio l’amore di Murnau per la pittura e per la sua arte preferita: il cinema. Un’arte che esiste nel momento in cui la concepiamo. Che esiste nel momento in cui la realizziamo. Ma che a conti fatti non esiste. Tutta l’arte in generale non esiste. Esistono piuttosto dei supporti attraverso cui fruirla, ma non esiste una sua vera e fisica concrezione. Questo non è affatto un limite, ma è una ricchezza. Nella settima arte soprattutto, assistiamo ad un’alchimia fantastica tra narrazione letteraria, impatto pittorico, coinvolgimento musicale, e incisività del montaggio che nascendo col cinema gli appartiene esclusivamente. C’è quindi il romanzo, la pittura, il teatro, la musica, il senso plastico della scultura e dell’architettura. Così nella sua natura ineffabile, il cinema trova nell’Espressionismo il movimento che più ne dimostra il fascino illimitato. “Faust” è a conti fatti, uno dei film più esemplari del connubbio visione-visionarietà la cui disperata ricerca aveva portato l’uomo all’ideazione del Cinema, e conseguentemente, della sua realizzazione e della sua fruizione mitica.

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