Regia di Djamshed Usmonov vedi scheda film
Buone nuove per gli amanti delle creature angeliche e gli appassionati di presenze extra sensoriali che accompagnano le nostre vite! Sembrerebbe (secondo un’antica leggenda islamica) che ogni uomo abbia due angeli invisibili sulle spalle: quello sulla spalla sinistra osserva le cattive azioni mentre quello sulla spalla destra prende nota delle buone azioni e dei buoni pensieri. Adesso proprio quest’ultimo è diventato il protagonista del film del tagikistano Djamshed Usmonov: volteggiando tra gli abitanti del villaggio di Asht, è testimone invisibile ed impotente di un’umanità che sopravvive tra povertà e stenti. Come la vita di Khamro che ritorna nel suo villaggio natìo dopo dieci anni di assenza ritrovando una madre finta moribonda ed un giovane figlio di cui non ne conosceva l’esistenza. Egoista, crudele e pronto a sacrificare chiunque per soddisfare i propri desideri e soprattutto per sanare i debiti di una vita, Khamro non si rende neanche conto della presenza silenziosa e sofferente della madre/angelo Halma capace (grazie ad una sceneggiatura che gioca abilmente con il surreale ed il magico delle nostre giornate quotidiane) di barattare la propria vita per riuscire a salvare quella del figlio. Apologo morale e favola cruda ed amara dal poco consolatorio lieto fine, "L’angelo della spalla destra" fa parte di quelle opere capaci di raccontare di terre e popoli lontani con ruvida schiettezza e semplicità neorealistica mai però Usmonov riuscendo ad appassionarci alle vicende dei suoi tristi eroi che come spinti da un ineluttabile destino ingrato costeggiano la deriva d’altre soluzioni di vita possibile senza mai approdare in altro luogo che non sia l’eterna e sovrappopolata landa di esistenze allo sbaraglio.
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