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Duplex. Un appartamento per tre

Regia di Danny DeVito vedi scheda film

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La recensione su Duplex. Un appartamento per tre

di degoffro
4 stelle

Danny De Vito rifà se stesso con risultati, purtroppo, altamente prevedibili e deludenti. Il riferimento più immediato per questo innocuo ed insapore "Duplex", clamoroso fiasco al box office statunitense (meno di cinque milioni di dollari di incasso complessivi a fronte di un budget dichiarato di circa 40 milioni di dollari), e ciò nonostante la presenza di due sicure star da botteghino come Ben Stiller e Drew Barrymore, peraltro per la prima volta insieme, è infatti l'esordio alle regia del simpatico attore americano, vale a dire "Getta la mamma dal treno". In entrambe le pellicole è protagonista uno scrittore, vittima inconsapevole di una serie di circostanze e coincidenze sfortunate, il quale alla fine scriverà un romanzo di successo sulle sue incredibili disavventure. C'è anche una palese autocitazione nella sequenza in cui la protagonista si immagina di fare fuori la vecchia, buttandola giù dalle scale (analogamente a quanto succedeva al personaggio interpretato dallo stesso De Vito nel suo film d'esordio, dove si immaginava, appunto, vari mezzi per liberarsi dell'ingombrante ed assillante madre). Peccato che la sceneggiatura di "Duplex", firmata da Larry Doyle, già autore di diverse puntate de "I Simpsons", oltre che di "Looney Tunes: Back in action" di Joe Dante, è tutta un riciclo e si perda in una ripetizione annoiata, anonima, forzata e prolungata di situazioni scarsamente e raramente divertenti. Spassosa, molto realistica e puramente "devitiana" l'idea della terribile vicina di casa: una vecchietta insopportabile, noiosa, petulante, esasperante ed invadente, che rovina letteralmente la vita alla coppia di giovani protagonisti tra rumorose prove d'orchestra, la domenica mattina, con la banda di ottoni, interminabili spese al supermercato dove deve contare gli acini d'uva ed i mirtilli ad uno ad uno, faticosi acquisti di medicinali, visite in banca con il conteggio minuzioso e lentissimo delle monetine, giganteschi ed immaginari ratti visti "in faccia" nel proprio appartamento, televisione a tutto volume, lavandini intasati, cioccolatini che rischiano di soffocarla ed obbligano il malcapitato Alex ad una indigesta respirazione bocca a bocca, fastidiosi pappagalli di compagnia ("E' stato il mio unico uccello per quarant'anni!", giusto per evidenziare il livello medio delle battute). La cattiveria ed il cinismo delle opere migliori di De Vito però sono lontani anni luce, stemperati in un buonismo che stona ed infastidisce. Si pensi al salvataggio finale, da parte di Alex e Nancy, della vecchietta, che rischia di morire nell'incendio del suo appartamento e lo si confronti con il sulfureo ed impietoso finale de "La guerra dei Roses" per esempio. E anche l'affettuoso e tenero commento che i due ragazzi fanno sulla panchina, al parco, in ricordo della vecchia, non appena hanno saputo che la stessa è passata a miglior vita tocca vette di inopportuno sentimentalismo. Certo non mancano delle gag riuscite (la Tv che si accende e spegne con un battito di mani, i godibili titoli di testa a cartoon che già evidenziano le intenzioni del regista che, non a caso, ha dichiarato di essersi ispirato ai cartoon di Willy Coyote, i due protagonisti influenzati che offrono pop corn pieni di microbi alla vecchietta, sperando, invano, che una micidiale influenza la faccia schiattare, il difficoltoso e "vomitevole" tentativo di sturare il lavandino), come sempre capita nei film con protagonista Stiller. Ci sono anche personaggi simpatici come la spietata direttrice di Alex o il poliziotto di colore che prende sempre le difese della vecchia ed assilla minacciosamente i due protagonisti, per un motivo che si scoprirà solo nel finale rivelatore. Ed è molto efficace e puntuale, nella prima parte, anche la descrizione del diverso modo con cui Alex e Nancy intendono arredare la casa, con Alex decisamente più tirchio ed oculato rispetto alla moglie pronta a spendere, per esempio, fino a 200 dollari per una passatoia. L'impressione però è che l'attore/produttore Stiller abbia fagocitato il talento di De Vito così che "Duplex", alla fine, risulta più una commedia banalotta e superficiale alla Ben Stiller che non una satira velenosa e corrosiva alla Danny De Vito, peraltro subentrato solo in un secondo momento nel progetto, sostituendo Greg Mottola, prima scelta della produzione. Anche per il piccolo Danny, dunque, che resta un cineasta intelligente ed acuto per l'analisi, spesso spietata ed amara, dell'istituzione famiglia come emerge dai suoi film migliori, i tempi magici de "La guerra dei Roses" e "Matilda sei mitica" sembrano ormai definitivamente tramontati. Inutile richiamare alla memoria un altro ben più acido ed irresistibile film con protagonista una vecchietta invincibile, vale a dire "La signora omicidi" di Alexander Mackendrick, già oggetto peraltro di un superfluo e piatto remake firmato dalla vena poco creativa dei fratelli Coen. Nomination a Drew Barrymoore ai Razzie Awards quale peggiore attrice (oltre che per questo film la bella Drew è stata menzionata, con la collega Cameron Diaz, per la sua partecipazione al seguito di "Charlie's Angels"): peggio di loro però è stata valutata la performance di Jennifer Lopez nell'orrido "Gigli - Amore estremo" di Martin Brest. La brava vecchietta protagonista, interpretata dalla scatenata Eileen Essell, nella versione italiana è doppiata da Alina Moradei, voce inconfondibile della mitica Angela "Signora in giallo" Lansbury. Nella versione originale invece la voce del narratore è dello stesso De Vito. Prodotto dai fratelli Weinstein con Ben Stiller, Drew Barrymore e lo sceneggiatore Larry Doyle.
Voto: 5

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