Regia di Fabio Carpi vedi scheda film
Fabio Carpi, quasi ottant'anni (classe 1925) e mezzo secolo di onesta militanza nel cinema come sceneggiatore (anche per Dino e Nelo Risi, per Salce, per De Seta), nonchè trent'anni di carriera registica senza alti nè bassi, ma all'insegna di una ricerca continua e di una spinta autoriale, prova a realizzare il suo Otto e mezzo in questa sorta di testamento artistico, un film sulla memoria che è anche un film su un film su Proust. Mise en abyme che funziona solo a tratti, però, perchè la sceneggiatura (dello stesso Carpi, chiaramente) è alquanto verbosa e statica, è spesso priva di musiche e soprattutto 'gioca sporco' in maniera talvolta fin troppo scoperta, costruendo dialoghi e intere scene solamente al fine di depositare qua e là qualche massima, qualche aforisma più o meno riusciti. Un paio di esempi? "Se non ci fosse la letteratura, cosa resterebbe a questo mondo? La vita" (retorica allo stato puro, eccessivamente ordinaria, spicciola), oppure "Le donne cambiano con il passare degli anni" (non è chiaro perchè gli uomini, secondo l'autore, non dovrebbero farlo). Buone le scelte di casting, con molti attori internazionali; il protagonista è l'argentino Hector Alterio, mentre in una particina compare il sempre lodevole Roberto Herlitzka. La sequenza finale, realizzata con poca fantasia, lascia ulteriore amaro in bocca. 4/10.
Un vecchio regista prova a realizzare il sogno della sua intera vita: girare un film su Proust. Ma mentre prepara il lavoro, riaffiorano alla sua memoria ricordi e volti di tutta la vita.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta