Regia di Fabio Carpi vedi scheda film
Carpi è sempre stato un regista particolare, che non ha mai aspirato ad un cinema di grande mercato, i suoi temi sono sempre stati ambiziosi ed intimi, sempre efficaci, ma in maniera diversa. Un’intellettualità che non deve fare paura, ma che riesce ad entrare perfettamente nelle corde del nostro animo in maniera aderente, se uno ha la pazienza di farsi coinvolgere dopo una decina di minuti:. La scelta stessa dei cast dei suoi film è davvero particolare, e quasi sempre rivolta ad attori stranieri, per una scelta precisa sua, che gli dava anche la possibilità di avere denari per le coproduzioni. Le sue tematiche sono sempre rarefatte, ma che hanno un loro fascino discreto, che alla fine ci coinvolge come per magia. Qui si attraversa la vita di un uomo fino alla fine, in maniera intensa e ampliata dai vari incontri che la vita gli dato. Un tema che porta il regista, volutamente , a parlare delle sue scelte e non a caso la scelta di fare un film impopolare è un’idea del film che è incentrata sul Proust, e quindi la ricerca di un passato, che il protagonista si porta dietro per l’intero film; tocca anche Mann di Morte Venezia, che anche in altri film era stata nota di ispirazione. Un film fascinoso, abbandonando ogni trucco di presa studiata, ma lo stesso il fascino viene in via naturale
una storia delicata e quasi enigmatica, ma piena di fascino
uno delle nostre figure di intellettuali ( scrittore, sceneggiatore e regista) più interessanti del nostro cinema, stato sempre in disparte e la critica non è mai arrivata ad una valutazione completa, alemeno quella italiana
un attore conosciuto dal regista, e che interpreta il suo alter ego
il ruolo della moglie
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