Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Non è un semplice giallo e nè un classico poliziesco. CorBucci trae dal racconto di Velardi il soggetto di una storia che diventa affresco dell'Italia e della Napoli degli anni '70, quando il boom edilizio fece rima con la corruzione e gli interessi della camorra. È una storia che ha un ritmo piacevole, mai compassato, con colpi di scena da giallo e scene memorabili (Manfredi che mangia a sfinire gli spaghetti al nero di seppia su tutti). Incalzante e bella la musica firmata da Pino Daniele, straordinario il cast, con un convincente Manfredi (che il napoletano indolenet, furbo e discepolo dell'arte di arrangiarsi" lo fa bene), un impeccabile Paolo Stoppa, una Laurito in parte e un Tognazzi sempre bravo, anche se la caratterizzazione del suo personaggio poteva essere fatta meglio. Preziosi i contributi di Giacomo Furia e di Gennarino Di Napoli. Stona un po' il finale "popolano", splendidi gli scorci di Napoli. La "mazzetta", per chi non lo sapesse, a Napoli è proprio la mancia promessa a qualcuno per la collaborazione in un affare o in una faccenda.
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