Regia di Jacques Rivette vedi scheda film
Rivette ha un'idea molto personale di cinema e questo va detto in suo onore e difesa; avvicinandosi idealmente sempre di più alla messa in scena teatrale, dopo lo sterminato Out 1 (dodici ore di durata!) ed il trasognato e surreale Celine e Julie vanno in barca, ecco che il regista francese decide di far perdere le proprie tracce allonantandosi in maniera ancora più esplicita e drastica dai più classici concetti di sceneggiatura, dialogo, narrazione. Due ore e dieci di pellicola - segno che l'incontinenza può essere, se non guarita, almeno mitigata - in cui il filo logico si disperde più volte, trascinando e sbattendo lo spettatore fra una serie di personaggi mai abbastanza definiti e di situazioni che hanno più dell'onirico che del reale; il gusto della rappresentazione (come creazione, atto vitale), che va a contaminarsi con quello per l'affabulazione (il racconto più affascinante che preciso, più avvincente che ordinato), è sempre al centro delle tematiche, come nei due titoli precedentemente citati. Sceneggiatura di Eduardo De Gregorio, Marilù Parolini e Rivette su un testo seicentesco di Cyril Tourneur intitolato The revengers tragaedie; fra gli interpreti spicca la brava Geraldine Chaplin, figlia di tanto padre. Ma il risultato, in un clima tanto febbrile, dispersivo, a tratti sconclusionato, è inferiore alle aspettative. 5,5/10.
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