Regia di Louis-Pascal Couvelaire vedi scheda film
Luc Besson risponde colpo su colpo all’invasione di Hollywood. Produce, sceneggia, fa dirigere al regista degli spot Citroën anche se qui il marchio sponsorizzato è quello rivale. Invece di elevarsi, però, traccheggia, segue l’onda, ricicla un’idea di cinema d’azione decotta. Frasi che sembrano slogan, personaggi tagliati con l’accetta (e non si dica che sono in linea con quelli del fumetto perché non è vero!), erotismo spendibile in un prime time televisivo e confezione spettacolare tutta botti e velocità, senza spessore. In più, ci sono la puzza sotto il naso (negli States, il genere automobilistico è coatto, vedi Fast & Furious, qui i piloti vivono in una specie di castello della Loira) e la politica dei tempi che corrono. La macchina da presa si eleva dalla bandiera francese dell’auto di Michel al cielo, mentre i cattivi sono tutti americani (l’unico buono, Steve, è anche un po’ scemo). La storia è tratta dal Michel Vaillant fumetto intitolato “Un 13 in gara”, ma “liberamente”.
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