Regia di Roberto Bianchi Montero vedi scheda film
In un placido paesino del sud arriva la nuova, piacente cameriera veneta. Va a servizio presso il barone Petralia, vedovo con figlio adulto a carico, e viene immediatamente concupita da entrambi i maschi di casa. Ma un altro arrivo è destinato a sconvolgere ulteriormente il paese e le vite dei Petralia in particolare: quello della fresca vedova del boss Calamarà, con figlia – ormai anch'essa adulta – a carico. La ricchezza dei Calamarà spinge i due Petralia a cambiare immediatamente obiettivo...
Un piccolo schizzo, una storiella appena accennata, nella quale si intersecano due vicende ben distinte eppure complementari: quella della bella cameriera veneta in sud Italia da cui il titolo e quella del boss defunto la cui vedova e figlia mettono a soqquadro l'esistenza dei due protagonisti. Oltre a questo minuscolo quadretto, il nulla: qualche nudo, francamente neppure troppo insistito o esplicito, e una serie di gag a riempire senza particolare fantasia la sceneggiatura firmata da Adriano Asti e dal regista Roberto Bianchi Montero. Il risultato è un filmetto ridanciano senza eccessivi riferimenti erotici, né visivi né nei dialoghi. Sufficiente la confezione, così come la tenuta narrativa; tra gli attori troviamo dunque Daniela Giordano, Enzo Monteduro, Carla Calò, Mario Colli, Annamaria Tornello e Giacomo Furia. Curiosamente appena due anni più tardi (1976) il figlio del regista Mario Bianchi girerà il quasi omonimo La cameriera nera, leggermente più virato alla commedia scollacciata, e anche in quell'occasione sarà Dario Baldan Bembo, come qui, a curare la colonna sonora: poco ispirato in entrambi i casi. Bianchi Montero, attivo come regista fin dall'immediato secondo dopoguerra, proseguirà una carriera sempre meno convinta nel cinema di genere a tinte erotiche, fino a sconfinare nell'hard vero e proprio. 3/10.
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