Regia di Peter Segal vedi scheda film
Lucy Whitmore a causa di un violento trauma cranico conseguente ad un incidente in auto, ha perso la memoria a breve termine e vive sempre la stessa giornata, quella dell'incidente: "E' come una lavagna che si cancella ogni notte mentre lei dorme" dice il medico che l'ha in cura. Lucy fa le medesime cose tutti i giorni: festeggia il compleanno del padre, vede la stessa partita di football, lo stesso film con Bruce Willis (si tratta de "Il sesto senso"), sorprendendosi ogni volta per il finale shock, legge lo stesso quotidiano. Il suo amato papà, il fratello e gli amici fanno in modo che la sua esistenza prosegua così, senza sorprese. Henry Roth è un veterinario con una particolare predilezione per specie marine artiche, tra cui spiccano i trichechi. Dongiovanni incallito ed impenitente, conosciuta casualmente Lucy in un bar, si rende conto che la ragazza non è la solita da una notte e via e se ne innamora perdutamente. Sarà però difficile conquistare una ragazza che non ricorda mai quello che le è capitato il giorno prima. Dopo "Prima o poi me lo sposo" si riforma la coppia Adam Sandler/Drew Barrymore. I due sono simpatici e l'affiatamento è innegabile. Peccato che i film che girano insieme siano davvero poca cosa. Diretto dall'anonimo uomo di fiducia Peter Segal che l'anno precedente aveva firmato sempre con Sandler il modesto "Terapia d'urto" con Jack Nicholson, scritto da George Wing, "50 volte il primo bacio" contamina la commedia romantica con battutacce scontate e situazioni estrose tipiche del cinema demenziale secondo uno stile caro ai fratelli Farrelly di "Tutti pazzi per Mary". Un po’ "Ricomincio da capo" per il ripetersi sempre uguale delle giornate della protagonista, un po’ "Novo" per la storia d'amore che deve rinnovarsi ogni giorno. Senza l'umorismo e l'intelligenza del primo, ma senza nemmeno la presunzione del secondo. Qui ci si deve accontentare di comicità di grana grossa, spesso a sfondo sessuale (si scherza soprattutto sui giganteschi genitali del tricheco e sulle polluzioni notturne del fratello di Lucy), e di risibili personaggi come l'amico del protagonista Ula interpretato da Rob Schneider con tanto di numerosa prole al seguito, il vecchio signore del bar che sfotte di continuo e pesantemente Henry, e Alexa, la collega decisamente masculina di Henry, una che "preferisce la banana alla susina" ed infatti troverà l'amore nel fratello di Lucy, drogato di anabolizzanti. Gustosi i tentativi improvvisati da Henry per conoscere ed incontrare Lucy ogni giorno (divertente la sequenza in cui fa finta di farsi picchiare dall'amico Ula, favorendo il deciso intervento di Lucy che con una mazza da baseball bastona senza pietà il povero Ula, costretto a correre via urlante), spassoso il personaggio di Tom 10 secondi, ma la battuta migliore si ha nel filmino che Henry recapita a Lucy per farle conoscere quello che è successo nel mondo dopo il suo incidente e a lei ancora ignoto: dapprima si vede la squadra dei Red Sox di Boston che vince il campionato mondiale, seguito da un "stavamo scherzando", quindi scorrono le immagini del trionfo di Schwarzenegger, eletto governatore della California e si legge: "Non era uno scherzo!" Il finale ha la giusta combinazione di romanticismo e tenerezza, senza essere stucchevole. Da sogno, come è ovvio, le locations alle Hawaii. Piccola partecipazione di Dan Aykroyd. Nella ricca colonna sonora il tormentone è "Wouldn't It Be Nice" dei Beach Boys. 120 milioni di dollari al box office americano, poco più di un milione di Euro a quello italiano, a conferma dello scarso appeal di Sandler presso il nostro pubblico.
Voto: 6
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