Regia di Peter Segal vedi scheda film
“50 volte il primo bacio”, ovvero come ricominciare tutti i giorni daccapo con quella che sai è la donna della tua vita. Sfruttando un cliché già visto (uno dei personaggi con problemi di memoria), ma che evidentemente paga ancora, il regista Peter Segal mette in scena un film che si fonda sulle difficoltà che insorgono per chi perde la memoria a breve termine. Il veterinario Henry, abituato a fare il cascamorto impenitente con le turiste del posto, trova una mattina in un bar l’affascinante Lucy di cui si innamora, ricambiato. Quando scopre che quest’ultima ha una memoria a breve termine che si azzera quando va a dormire, si trova a lottare con il problema per cercare di rendere meno disagiata possibile la vita insieme a lei.
Si tratta di un film dal doppio volto: commedia brillante nella prima parte, film sentimentale e profondo (specie per il finale) nell’ultima parte. Gli attori sono in discreta forma, soprattutto la Barrymore capace di affrontare un personaggio particolarmente complesso. Di contorno c’è il mitico Akroyd che fa il medico, Rob Schneider che al solito (ma forse più del solito) fa l’imbecille e Sean Astin che dal ruolo dell’eroico Pipino del “Signore degli anelli” passa a fare il palestrato pieno di anabolizzanti con problemi di polluzioni notturne.
Il film ha dalla sua parte un tema di fondo molto intrigante seppur non di primo pelo (il pesce guida de “Alla ricerca di Nemo”, Al di “Al John e Jack”, ma soprattutto il protagonista di “Memento” cinematograficamente c’erano passati prima di Lucy), delle location anch’esse non originali ma ancora valide ed un finale quasi commovente. Nel complesso un film discreto che, aldilà di qualche pecca evidente (come il clima non esattamente da Hawaii o la ferita all’addome di Schneider che va e viene), riesce nell’intento di far trascorrere 100 minuti in allegria.
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