Regia di Kim Ki-duk vedi scheda film
ero molto ben predisposto per un film come questo. avevo molta voglia di vederlo. avevo comunque voglia di vedere un film che venisse da un paese i cui abitanti hanno gli occhi a mandorla. di un film che mi cullasse su tranquille onde di un piccolo lago nel mezzo di montagne, non agitate da perturbazioni oceaniche. dove solamente lo scrosciare di un acquazzone estivo, potesse ancora di più farmi entrare in sintonia con ciò che vedevo. memore di film come DOPO LA PIOGGIA o VILLAGE OF DREAMS soggiacevo a questa lieve promessa di serenità. lo scorrere delle stagioni, l'alzarsi e l'abbassarsi del livello dell'acqua, il cambio dei colori della lussureggiante vegetazione tutt'intorno, le azioni quotidiane del maestro, le sue preghiere, lui che segue non sappiamo come il suo giovane allievo nella scoperta di ciò che lo circonda, la casa galleggiante che si sposta sul lago e la barca che torna senza nessuno che muova i remi. il maestro che si da la morte secondo un rigido rito, l'allievo che torna e riprende le lezioni per diventare un maestro a sua volta. il lungo e rigido inverno. la misteriosa donna che arriva e porta un piccolo bambino perchè tutto possa ricominciare come nell'infinito ciclo delle stagioni. sicuramente il momento che più mi ha convinto e mi ha emozionato è l'inverno. la lunga e silenziosa scalata sul monte per deporre la statua del budda nella sua collocazione fino a quando la luce del sole non ci avvisa che la primavera sta tornando. non mi ha stregato come i film che ho citato prima, ma i soldi del biglietto e il tempo speso sicuramente li vale
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