Regia di Kim Ki-duk vedi scheda film
Affascinante l'idea delle sole porte, senza pareti, all'interno della casa; che idealmente dividono, creando ambiente ed ordine, e divengono sinonimo di autodisciplina in un open space dove il solo varcare la soglia di un uscio automaticamente plasma intimita' oppure la rivela. E quel bambino di 6 anni che rispetta diligentemente la cerimonia del passaggio della soglia per accedere agli ambienti comuni, e' simbolo di estrema maturita', giustamente acquisita a contatto col Maestro. Peccato che a tanta precoce saggezza facciano da contraltare altre precoci turbe psichiche...come incollare pietre a tutti gli animaletti del circondario ghignando sadicamnete...In onore al titolo il nostro regista scolpisce col macete episodi di vita violentando sia le sfumature che il buon senso dello spettatore, alternandoli tra soggioganti immagini di armoniosa natura (unica nota lieta della pellicola...a proposito: splendide le immagini notturne della casa illuminata con i riflessi del lago... peccato che per creare quell'effetto siano servite ricche lampade anziche' le poche candele a disposizione dei nostri eroi...). Spesso questi registi che vogliono immortalare l'epopea dell'esistenza umana in meno di due ore devono ricorrere a metafore deboli ed improbabili sforando inevitabilmente nel quasi ridicolo: amore, odio, sesso, emancipazione, scoperta, affrancamento, evoluzione, sconfitta, perdono e riscatto, tutti concentrati in pochi quadri, rare comparse e scarse battute....ardua impresa! Piu' che le magie, sono i magheggi del nostro regista a restare impressi... Alla fine anche il monaco-bonzo preferisce ardersi piuttosto che assistere alla completa sconfessione dei suoi precetti.Pezzo forte finale la scalata in cerca di redenzione con fardello/penitenza al seguito, scopiazzato in maniera imbarazzante dal mitico "Mission". Un'auspicabile deontologia cinematografica, dovrebbe vietare rigorosamnete plagi cosi evidenti...
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