Regia di Bruno Colella, Leonardo Giuliano vedi scheda film
Quando la pernacchia diventa una riflessione sui massimi sistemi! L'arte delle barzellette popolari sublimata attraverso una frustrazione autoriale alla BARTON FINK. Il riferimento "istant" al contemporaneo LE BARZELLETTE dei Vanzina sembra riduttivo, ma è un pregio: lì c'era Gigi Proietti e alcune gag riprese testualmente dal semisconosciuto IL FILM PIU' PAZZO DEL MONDO; qui vengono riproposte, da un pugno di volenterosi cabarettisti, alcune tra le più simpatiche - per quanto risapute - barzellette de "La sai l'ultima". Un filmetto umile, misconosciuto e ambizioso sull'opportunismo e la superficialità del sottobosco cinematografico italiota ... dopodichè spuntano un mucchietto di pubblicità occulte: che siano esse stesse un omaggio ai rituali produttivi della commedia nostrana? Visti i ritmi e la fotografia volutamente (?) televisivi, la presenza di due registi dietro la cinepresa sembra eccessivo; perciò, nulla di estremamente trascendentale. Tuttavia, vige un certo gusto parodistico e (quindi) metacinematografico non peregrino: l'autoironia composta di Grimaldi; la presenza "magica" di Masciarelli e dell'Alvarone nazionalpopolare; la volgarità "funzionale" ma non gratuita. Il bersaglio, provocatorio quanto innocuo, è costante su tutto e tutti: qualunquistico, sì; eppure anche Dino Risi e Luciano Salce, compianti re della satira sui costumi, furono due eccelsi qualunquisti. Non dimentichiamoci nemmeno che Nanni Moretti ne IL CAIMANO omaggiò, con uno sketch ironico, il cinema di serie Z: che questo film gli abbia fornito ispirazione?
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