Regia di Bruno Colella, Leonardo Giuliano vedi scheda film
Filmetto (un'ora e un quarto di durata) dagli intenti apertamente parodistici ed allo stesso tempo satirici, come una piccola allegoria caustica sullo stato del cinema italiano odierno. Bravo Grimaldi, ben sfruttato e divertito nello stare al gioco, buone le partecipazioni speciali di Masciarelli e Alvaro Vitali, ma il resto è solo una trama scontata (e scontatamente pessimista, prima ancora che ironica) ed una sfilata di barzellettieri scatenati. Sicuramente meglio delle Barzellette dei Vanzina, ma è molto lontano dall'obiettivo probabilmente propostosi. Il continuo andirivieni dentro-e-fuori-dalla-fiction non aiuta inoltre ad ambientarsi, sfilacciando ulteriormente la trama ed i suoi sviluppi ironici-riflessivi ("Se il film italiano più visto è Le barzellette dei Vanzina, allora il pubblico si è completamente rincitrullito", citando una delle ultime battute del film, messa in bocca a Grimaldi).
Il regista Aurelio Grimaldi cerca fondi per girare una trilogia su Aldo Moro, ma il produttore è disposto ad aiutarlo solo se prima farà il seguito delle Barzellette dei Vanzina, che ha appena riscosso buon successo e, soprattutto, fa ridere e allieta il pubblico. Ovviamente il regista accetta con ben poco entusiasmo e si scatena la caccia ai barzellettieri. Intanto però il produttore si rivela un truffatore: Grimaldi si impicca. E poi si oppone al finale triste, togliendosi il cappio e svelando la troupe che lo sta riprendendo.
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